Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.2-3 lug-ott 1944
- 87 - sembrat o più age vo1e delineatre la nostra propria fisiononria di di– scepoli irriverer.ti e bur=osi, dal Maestro ignorati o rinnegati, che al Maestro d ll.nno e vogliono dare fastidio e, w.ttavia, in qual– che strano modo, a lui appartengono. F. P.S.' - L'introduzione delle distinzioni politico-sociali ,e ~deologico-re– ligiose contribuh;ce, a nostro modo di vedere, anche alla chiarificazione della visuale crociana del male e dell'errore. Il Croce è portato dal suo senso storico rigoroso a non poter assegnare alcun carattere di realtà concreta (neppure di realtà alienata, inferiore come -nello Hegel) al male ed all'er– rore; questi sono visti oome la realtà negativa, la forza d'inerzia. le tene– bre che dobbiamo superare, cioè come ciò che non ha storia, chè la storta sorge nella vittoria contro di esso. Quella che comunemente è considerata come azione (e quindi storia) cattiva. erronea. è dal Croce identi.ftcata come intromissione arbitraria di una sfera spirituale in un'altra: è l'azione utili– taria che assume veste di cattiva, quando si presenta come azione morale; è l'arte che assume veste di errore quando pre~nde pronunciarsi su argo– menti filosofici? Chiarimento questo fondamentalmente giusto, che tutta– via non soddisfa interamente; le azioni che si chiamano cattive od erronee sono assai più nwnerose delle contusioni (che nel mondo moderno sopra– tutto diventa difficile compiere) tra economica ed etica, tra estetica e l<r gica. Invece, ,le attività politico-sociali e ideologioo-religi.ose sono sl na– turalmente Portate (oggi più che mai) ad invadere le altre sfere dello spi– rito, ad imporvi il loro dominio, arbitrario là dove è tendenztalmente tota,.. litario e quindi a generare le confusionf che nel discorso comune si defini– scono come mali ed errori
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