Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.2-3 lug-ott 1944

- 84 - colarmente vien fatlto di sollo,vase cantro sistemi come quJello del Croce che pa.;rtendo ,dalla teoria per anrivare 1 alilla pra.titoa1, e al ter– mine di questa ametica, pongono il problema: l',eti<:a non giunge forse po,st factum? A ,che serve l'etka, giunta dopo le altre atti– vità ~e non a rifonn.arrie queste? N è g;iovtffi'iebberilevarne -qui che il dopo in questione è inteso ln tSenso •ideal!e-logi,co e non 1nl senoo temporale; anche il diritto superiore di rLiform:aa cui l'1etica iaspira è ideale e non temporalJe. · Accogliere senz'altoo ,q,uest'obbi,ezione è, .J-Uosoficamente, im– possibile. Nell'unificazione .asso !JU.ta il i tem.ia e di !Pratica la filoso– fia ,div,enlle~ellbe- com'è iliven,tata nel caso ili Gentile - stru– mento di interessi pratrici neppure etici, ma, rl~ parte. Il pensjero vive sol ,per:chè è puro pensiero, incorruttibile, soevro di « cuore e di compassi,one » per tutti gli amgomenti ,presi fuori della sua srera obbiettivamente logica. Però, r,el caso ,della, fi1osofia crociana, met– tere l'obbiezione semrpliceme-nte da parte è pure impossibile. Il Oroce ·medesimo lo sente e infatti, in anni ta,rdi, finisce co1 con– siderarr,e la storia etioo-potitiica come la « storia tra le storte». Qualche suo discepolo se ne- dichie,ra soddisfatto, ma a noi ,nep– pure quesb.<;par,e la, sohrnol)Je. Il negno de] « o,rimrws inter pao,es » è già oosia laibile nella vita ,politica, ,pur fatta di accoµiodamenti; là dove si iesi,ge !r1gOIIle- ·e !)Tedsio.ne, è jnsostenibile. Se :r,ealmente si fa dell'etica una « stori 1 a tra le storie» si soHevano tutte1 lie criti– c-hieche il Oroce stesso ha giustamente p,unta,te_ a .suo tempo, con– tro l'amalcga pretiesa mand-stiico-labriolana di fare dell'economia 1a « storia tra le sta.rie». E tuttavfa l'esigenza :riforma.brke che viaene dal oampo etico, permane- anche s,e dall'estensione della cri– tica med'esima non p,uò essene soddisfatta. E' d'uqpo, pro-e .a no:i.,rivedlerre la fo,rma.ziarue. la cos!tituzione medesima dei distinti crociani. L'idea fondamentale della cListin– zi:one, ,come fumzion,e ,propria della filosofia sto.ricìs,tica, ohe include. e supera 1Je opposizioni hegeDianie, nel suo progressivo prooesso di specificazione, di clriarificazion1e, di eliminazione ,delle lotte sacre tra pio ,ed empio, d;i laico specializ~arsj adeguato ari compiti che occorre risolvere, quest'idea <li Croce non è sempre f:el,icemiente applicata nella determinazione ,conoceta delle rarttività idieaJmente distinte. II Cione medesimo a'VVierte- s:e-nza 1saper ,che· faire. di t~ oonstlatazione - che ]',economia crociana ha: il torto di ,esse:r,e as"" su.nta -come iriaerca esclusiva defil'uti1e 1ndividualle,' m-entre il mondo 1 ci ,offre 1f-enomenivis1:>osi di ,r,1cereai preminente di un ultile co1lettivo, nazionale, di classe, di 1parrtito, che non coincide diret– tamente con l'ume individuale dell'lagente e talvolta ne esige dJ. saor1fi.c10, non tanto: in !Ilom.e dli un irlealle -etico mia in funzione di una fanatica clisciplma di parte. Si può naturalmente "'1!)1icare ehe quell'utile collettivo non è mai una volizione uotiviersaile- non potlen-do qUJesta esse!I"ie auto– ~acerante e la filosofia non conoscendo oltre all'universale che l'dndividua.Je, la collettt.ività ,economiioa ~on potrà esser fllos~fica– miente conceipita c.he come somma, degli in<llividui cioè ·come la trasformazicne di un ·concetto vero e proprio iJl1. u;,.o pseudo-con-

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