Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.2-3 lug-ott 1944

- 80 - propria jnfi.nita storia - che non ammette la: sc~ione tra lo ieri l'oggi e il ,domani, nè _quiella tra l'attore e l'W11one- 1a fede nella derivazione 1superts1>or1ca di alcrn:enouna ,pairticella 1 costitutiva d.el– J'uomo, c001trapposizicm.e ,che, in nome ~elù.'aarimao dell'istinto vi– talie, le filosofie religiose e natumlistich<> :n,on h,m. mancato di fare, ,oon vigore ben lll<lggiore di quello del Ci<m.e, sin -dal sorg,ere del crocianesi,mo, senza poter tu.1ttavdaostacolarn.e l'afferonazione vit– toriosa. E' camprens;bi!e che, v'1>nendo d,alla souolia crociana, il Cione non possa 1ess<ecr'e coruscio della propria ricaduta ncl mistici– smo o nel vitalismo ie non avendo, benohè desideroso di av-erlo, un pensiero originalle, si ricltiami ad altre autorità dell' àdealis.mo ita– Jjano, ossia ,a Giovanni Gentil<>,di ,cui pe:naltro n<lJ>pw1<l ooa accet– tare le spoouJ.az.ioni vere e ,proprie, dal Croce bene diefinite come panlog:iche, ma solo la , romantica e sbrigliata ribellione » a:l • ri– goI1ismopedantes<:0 » di ,Croce. Col clie siamo ~elicemente girunti al livello filo.sofico delle terze pagiim.e dei quotidiani italiani di que– st'ulti!mo quarto d, secolo, di q,weilleterze pagine chie infatti, assai mcentemente, ci hanno dato le primizie della ribellione del Cione, ossessionata da motiVli ,di reciproca lesa vanità, nei confronti del Croce; dal ooraggioso ribelle (che scrive nel territorio ,repubbli– cano-fascista) considerato come uno che è « all'"!Pioe della sua potenza». Per run a:ltro verso jJ libro del Cione è, inviece, abbastm= in– teressante. Vi si mspecchia forse non con as.soluta fod"1tà. ma c.,,-to oon grande abbondanza di dettagli, l'ambiente di « casa. Croce», dal Cione "ssiduamenlte fre,quentatl! durante diciassette anni, l'ambiente in cui ha trovato riliugio tanta culturr-a italiana in– dipendente, durante il fascismo. Nell'epoca mussoliniana si pote– vano lib.,,-amente dioottiere :idee, in Italia, solo in dllle siti: nei ca– m€Toni delle ,galere o isole in cui i detenuti politic; si. trovav>ano rhmftti, finito ,iJ loro periodo di ,-,,gn,egazione cellulair<ei.e in « casa Croce». Ma ai carcerati politici manoovano, in mùsura notevole, quei veicoli indispensabili dell'evoluzione cultumaire clle sono i.libri e le riviste pubblicati in regime di libertà mentre casa Croce di tutti questi be111i ,di Dio ,era lruig;imente fornita. Sic~hè questa e non co– storo ha dovuta assumersi e si è di fatto ,assunta la responsabilità di quel tanto di ,progres.so cul1nmaJle oh.e si è tuttavia avuto nel– l'Italia a no,i contemporanea. Domina quest'ambiente « la :religione dlell'operosità » - oomle la ohiama, con espnesaione invero fel!ioe, il Cione - propria di don Ben<>detto. Le intuizioni genialoidi, che osservatori esteri super– ficiali considerano come ronnesse al carattere degli i1lal:iall!Ì, sono ':.., poste al bando. Bi.sogna llavorare, studiare i proble:mi ne; loro particolari, nelle loro~. « mettersi alla catena» (com.e il Croc,, m~es'mo consigliava tempo addietro al Cione, recensendo il cli lw prun.o libro). Il dovere è il dover., cli fare bene quello chie si fa {« age rem tuam » - soleva già dire il maiestro del: Croce, An– toruo L:rbnola); il dovere degli intellettuali è dunque di studiare severamente e di severamente meditare. · ' La cultura che si foz,gia in « casa Crcoo » si es>trinseca nella

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