Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.2-3 lug-ott 1944
- 139 - ne1le maaià.di governanti onnipotenti, e dailll'altro, che non si cura di creare l'uguaglianza dei punti di part,enza par tutti i cittadini. n P. d'A. respinge qualsiatsi scx:ialismo s,he voglda costringerie qu;isi tutta l'operosi,tà economi~a degli individm in forme collle<ttive.Esso intende fornire in forma collettiva quel C"OIIllPlesso di beni eh.e sono necessari perché i cittadini possano, patrtenidic, da una base di s1ourezza elementare, svolgiere tutt; il più l!i.beTamente ,possibile le loro iniziative individuali. In base a questo criterio i1 P. d' A. deve fare « appello a tu1Jtie le forze del lavoro ,per convogliarle in prono luogo verso » la colleittivizzazione oti il ,controllo in tutte le imprese monopolistiche, aemimono,plQ.]istiche o che diano ,ai toro dirigienti una forza politica occulta che falserebbe il retto funziOII!aIIlento della llbertà e della democrazia. Il monopolio - sia esro «,piccolo• o « grande » - è H nemico; il oopital!ista che tresca con lo stato, che corrompe prefetti e deputati e giOI1I1a1i, che organizza squadre fa– sciste ant.ipro.ootarie, che è sta,to il finanriatore ed il profittatore del fascismo, è il nemico; ed ; suoi beni van messi sotto sequestro. Ma la grande azienda di per .sè stessa non: è fil. :nemico, €1 può anche essere una cosa san'a. In secondo luogo lo stato deve av<>reistituti economici d-esti– nati a distribuire a chiunque ne abbia bisogno aùbuni beni, fondll– mentali, ritenuti ormai indispensabili perchè <Si possa corudurre una vita civile: istruz.ione, i,g]ene, iabitazione ie via· dfoendo. E' anzi que– sto ~I vero e ,pvoprio settore socialista ,che distribuisce, i beni in questione in base al bisogno e noo in base alla ricchlezza. Non possiamo qui soffermarci ad .indicare concrietamente come in Italia questo settore collettivo, nasc-emte da una mgenza cli giustizia sociale, debba concretamente -comi.nciare ad esser co-– strui!t.o. ·Cl basti aver indicato il criterio. Su queste àstituzioni col1e<ttive dettate dal.L~ nooessità di in– staurare, J,a,glustizia sociale sinora deficientfusirna devie svilupparsi la l'ibera iniz'iativa degli .individwi. I due «settori» non oono giu– stapposti casualmente; ma coondinati in modo da soodisfare due dlverse esigenze. Il settore socialista ha lo scqpo di creare una uguaglianza di opportunità per tutti i cittadini. Quello privato è il campo della libertà economi-ca, la oondùzione di un~ società politi– camente e spiritualmente lnbera e la .garanzia dli una alta produt– tività. R;i,petto a qu,esto settore, nel secondo punto dell'o.d.g. è detto ohe • il controllo democratico sul secondo settore impedirà il ri– iorm.arsi di posizioni <li pr.ivilegio ». Questiai 1 affermazione è sibil– lina. Se si.gnificà che deve esisteae una speoie di giurisd!izione eco– nomica la quale ogni volta che lai formino situazioni di privilegio decida la rimozione delle condizioni che le harrmo create, o - ove = sia possibile - il passaggio dlell'iinp~ e.sa stiessa sotto controllo de11o stato o la sua nazionalizzarzione, 1'affermazione dell'o.d.g. ha un SJe:nso ed è giusta. Se inveoo s:ignifioo.sse che bi.sogna creare un .can11rolli, amministrativo sul settove J;bero, -cioè lasciarlo libero solo apparentemente ed in ·ooaltà prescrivergli i canali lungo i quali esso si dleve muovere, bisogna dine che la SIO!Cietà voluta dal con~
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