Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.2-3 lug-ott 1944
- 103 - ·più prima di poter trovare il suo corrispettivo n"llo munentato va– Jore del fondo (13). Particolarmente 91Jrident,, era il contrasto fra le remunera– z!ionà dei coltivatori ed il rendimento della teNa in aloone zone agricole più ubertose. CaTatteristico è l'esempio della Campania Feli<ie, regione che porta questo nome pevchè è una delle zone più fertili del mondo: tutto l'anno produce cavoli, patat,,, finocclù, po– modori, fagiolini; pesche, susine, albicocohe, fichi, pere, aranci, li– moni, ogni grazia di Dio. Ma se guardiamo alla situazione dei col– tivator i - salariati, affittuari, partitanti e picooli proprietari - es.sa, con molta m.a,ggior ragione, aVt1ebbe dovuto chiamarsi la C ampania Infelice. Gli studi e le monografi" del prof. B.rizi, del– l'Osservatori<J di Economia Agraria d:i .Portici, e dei suoi allievi (pubblicati dall'Istituto di Economia Agraria tra il 1933 ed il 1935) dimostrano ohe il lavoro agricolo era cosi scarsamente nemunerato da costringere i coltivatori ad un tenore .(ti vita "erament,e be– stiale. Ed a queste bristissime condizioni economiche ,corrispon– deva una degrodazione "ìj)irituale •estrema, ohe trovava la sua espressione in superstizioni e pregiudizi di tutm i generi (14). QuaH le cause di questo stato di cose? Gli affitti a breve t.E,r– mine (generalmant,, pe,- un anno) eon canoni altis.simi (nel quin~ que nnio dopo l'altra guerra arrivarono a 4-5000 l:.re l'ettaro) - che veniw.no immeditamente ,elevati se il coltivatore rendeva più produttiva L a terra o se i ,prezzi dei 'Prodotti agricoli aumentavano - ed i _prezzi delle terre coweJativament,, elevatissimi (nel primo (13) A pagg. 62, 64 e 68 dell'op. cit. del prof. Ricohioni per le Puglie. (14) Accanto alla religione - scrive il dott. Maranca. •a pagg. 15 e 18 della citata monografia sui Contadini della pianura Campana, Istituto Na- zionale di Economia Agraria (Roma. 1935}- sono diffusi ka i contadini una quantità di pregiUdizi e di credenze, che con la religione non hanno niente a che fare. Cosi, .per esempio, la sera della vigilia di Santa Lucia, i con– tadini onorano la sant~ bruciando, al centro dei cortili od alle cantonate delle strade, grosse cataste di legna e fascine, ciò che -essi chiamano e scas– saria »: il 2 Maggio, vigilia della e testa della Croce• non si ipettinano. nè si lav.ano; il Venerd ì Santo non spazzano, parchè ciò sarebbe offesa a Gesù morto, -che è stia.to deposto a terna nelle chiese; .hl giorno di S. Giovanni « at– taccano le noci», legando un filo di spago al tronco, perchè altrimenti il santo farebbe cascare i frutti dall'albero. Inoltre, i contadini sono supersti– ziosissimi: in dati giomi non semi.nano; in altri non raccolgono; in altri ancora non iniziano alcuni lavori; attribuiscono spesso le loro disgrazie alla malefica influenza di qualche occulto invidioso. Contro tale « jettatura • o « malocchio•, si difendono come possono, ,talora anche con sacrificio di da,– naro, ri,con,endo a «streghe» del luogo; costoro, dietro compenso e dopo' misterjosi 1·iti e formalit.à, scoprono l'ignoto nemico, o identificano il peri– colo occulto, esprimendosi in modo sibillino, col quale si lasciano sempre un ... margine di sicurezza. Ed ~ .frequente vedere, atta-ccato all'Uscfo di casa od alla sua sommità, il ferro di cavallo, o le corna d1 bue, oontro il ma– laugurio. Tali superstizioni xendono il contadino ,anche diffidente e geloeo dei' piccoli « segreti » di coltivazione, dei, ,rispanni accumulati, e di tutte le sue cose, si ·che favoriscono dJ. sorgere di liti specialmente ool vicino di casa o di tondo. I contadini sono anche un po' fatali sti: « Dio così ha vo– luto • o « Dio oosl vuole•, sono f.zasi tipiche, oon le qua.li si rassegnano il più delle volte a qualsias.i disgrazia. e perfino alla mo rte dei loro cari; ed è perciò anche che spe.gso, in caso di ma.latti.a, essi non chiamano neppure i.i medico.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy