Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.1 mag-giu 1944

- !K - aver nulJa compreso della realtà nuova che gli stava di fronte,... enortne: nonchè visiJbile, schi8.ccia'nte. La realtà era, come è, d'una guerra non più soltanto di na– zioni e di i,mpeti, di irredentismi 1e di nece.;sità economiche. ma in– sieme religiosa e civile, guerra rivoluzionaria. E in Italia, dove pure si era, e in parte ancora si è, lontani da un attivo e ampia– mente diffuso fierm~to rivoluzionario, questa realtà della guerra era per contro evddemi.ssima più che in ogni altro paese: che cioè– il :fascismo nelJa sua corruzione ie consunzione aveva finito col re– ci.clere ed esaurire anche le fibre tenaci del nazionalismo (onde la disorganizzazione e l'inefficienza delle forze armate: organiz– zazione tecnica non si dà, senza un mito o wia fede, come in Russia) e col proporre- alla naziOne eom:e la posta vera e decisiva della lotta' Ja conservazione o meno di iesso fascismo (onde, per i1 discredito di questo, la ripugnanza invincibile a una 1 vittoria così condizionata, e, data l'immaturità rivoluzionaria prevalente, il ri– piego d'una inerte rassegnata attesa degli eventi con una accen– tuata simpatia per le forze ,cosiddette nemiche e una avversione per i cosiddetti alleati, c,rescente quanto più probabile e poi certa appariva la ,loro inferiorità). Se c',era insomma paese in cui l'em– brassons-MU-6 e l'union sacrée fossero nello scorso giugno, non– chè irrealizzabili, inconcepibili, era appunto l'Italia. Ci voleva il realista Gentile per levare in quel tono la sua voce, clam.antLS:n • deserto. Ma il proverbio dice eh.e umano è sbagliare, diabold.co però, cioè dannato, ohi, nell'errore persevèra. Gli eventi de.i mesi suc– cessivi, dal colpo di stato alla· capitolazione, furono tali da met– tere a nudo - nudità senza pudore, per salutare che essa fos5e dopo tannai cortigiana menzogna - .la situazkme reale dell'Italia. Si capisoe che, come sempre nella storia, un margine estremo di equivoco ie di possibile inganno permaneva, senza cli che troppo facile sarebbe e immieritoria la vita degli uomini: l'equivooo mo– naroh:co-badogliano. Ad .abboccare, o comunque a puntare con più o meno franchezza ,e rischio 1.mJla carta falsa, iurono pochis– simi: rie-ordiamo, e non per un diretto riscontro, ma com-e testi– mohianza estrema Ja m-erav1gliosa letter:a aperta di De Vecchi alla « Gazzetta del Popolo » nella polemica con Roveda. Ma che un De Vecchi dovesse puntare su quella ,carta era logico, che abboc– casse Gentile, no. Il suo carteggio col ministro Severi in quei giorni, indebito ma facile pretesto di scandalo, al1'ro non signifi– cava se non questo, che l'uomo il. quale nel discorso del Campi- - doglio awva dimostrato di nulla comprendere della realtà .storica, di non aver più luce di giudizio per misurare i grandi ev-enti e problemi della guer.ra , aveva smar,rito onnaj fin l'umile accor– tezza nel disbrigo delle sue personali questioni. Tanto a lungo an– da,re si conferma vera e forefutabilmente necessaria la coinciden·– za dell'idea e del fatto, del contingente ,e dell'universale, della moralità e dell'interesse. Non mancava più a Gentile che il ri– svegliami 1'8 settembre come da un angoscioso dormiveglia di

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