Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.1 mag-giu 1944
- 92 - mostra a ogn~ novità rivoluzionaria, _di un personaggio di autorità come il !fascismo mussoliniano, dilettante enfatico e capriccioso, viziato dal mecenatismo imperialistico e adulatorio proprio dei nuovi ricchi, inevitabilmente doveva portare a una precipitazione di tutti i residui espressi del passato, disintegrando e isolando gli elementi liberi e progressivi: Come risulta chlaro da un riesame sommario della politica fascista in questo campo nelle sue tre fasi salienti, che rispondono ai nomi di Gentile, De Vecchi e Bottai - la gestione di quest'ul– timo è caratterizzata per l'appunto dal tentativo di far presa su– gli elementi nuovi, antiaccademici, avulsi ormai e fermentanti nei quartieri periferici della città borghese, dove professori e maestri e ufficiali delle lettere scienze ed arti disciplinatamente sfilavano e si congregavano e montavano la guardia v-estiti d'orbace. Edifi– cante spettacolo, del quale potevano equamente rivendicare il rito a sè come i registi i predecessori di Bottaoi, Gemile e De Vecchi, il primo soprattutto e nonostante che lo spettacolo stesso non adempisse affatto e in pa-rte anzi offendess:e il suo gl.l9to e i suoi voti. Ma è chiaro eh-e la violenza grottesca e bestiale di De Vecchi .per questo aveva potuto -essere applicata alle~ramente alla cultura italiana, perchè appunto c'era stato un Gentile cui era riuscito di trasmettergli essa cultura già legata mani e piedi, e perchè di fronte anche all'opinione pubblica interna ed estera c'era pur sempre un Gentile di rio2erva debita1hente autorizzato a rappTesentare la parte decorosa e seria e a esercitare anche una sorta di diritto d'asilo in quella grossa azienda o trust di varie e sempre nuove imprese che con alterna vicenda di ampliamenti e restrizioni e controlli resta;va tuttavia affidata al suo nome e alla sua competenza ie attività. Anche in questo gioco di compensi è ·riconoscibile il fiuto che Mussolini ebbe indubbiamente delle situazioni contingenti e de– gli uomini, e sia pure del puzzo che- sempre a fior di terra esala dalle une e dagli altri e che chi persegue nell'azione sua un'alta idea usa invece disperdere e dEteI'gere. Quanto ,a Gentile lo spettacolo, come ·,già s'è detto. non era di suo gusto, era anzi tutt'altro da quello che egli s'era augurato e proposto. Ma non bi,sogna però cr-edere che ne fosse troppo vi– vamente offeso, perchè al di là e al di sopra di ogni episodio spia– cevole c',era in lui sempre l'aspettazione confidente di un rimedio, cli una soddisfazione: tutto si accomoda finchè c'è vita; quel che importa è fare, bene o male pur che si faccia, e piuttosto bene, "-'intende, quanto è possibile, ma tenendo fermo che a questo mondo non ha luogo penfezione assoluta e però contentarsi biso– gna e adattarsi e non irrigidirsi in esigenze e preoccupazioni ste– rili e vane. Finchè c'è vita: questa vita cioè che solo si giustifica e si esalta a specchio della morte; nella quale il fure incide e per– mane in quanto ,,uppone il riflettere su guel che è stato e deve essere e sarà, e intanto veramente avanza e si aderge in quanto ]a soddjsfa.zione delle vette raggiunte sia jnferiore sempre all'an--
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