Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.1 mag-giu 1944
rosi e sottili giudizi, aderi'.rono come lui o non si opposero. Per Jui, nel colmo di una crisi di stanchezza e disordine e velleità .e bisogno di rinnovamento della vecchia Iitalia, era il rich:iiamo a un'azione risolutiva, la possibilità di ULSCiredalle ambagi insi– stenti, di superare le ,difficoltà di un balzo, di promuovere ,e po– tenziare una o:nganizzaztone nuova, più moderna e vasta e frutti- 1era. Era Lai sua impresa, ,e del resto una j.mpresa che metteva .conto di essere tenltata; vero è che nella società costituita a quello .scopo c'ern confusione molta, e molti vi partiecipavano uomln.r di dubbie o fin troppo chiare origini, ma Gentile sa,peva bene che •.così appunto va il mondo, e chi non soffre compagnia se non di santi, ha da restarsene in ·ohiesa, nè forse ,è clausura che basti. Aderendo e mettendosi animosamente aU'opera, egli sapev,a na– turalmente quale e quanto fosse il suo appo!'lo: non soltanto cioè .di una lndividuale energia di pensiero e di lavoro, .ma di un pa– trimonio di cultura e di scienza, d'una tradizione storica ideal,e, -che c-cnfluiv.a e s'impersonava in lui. L'impresa per que– sto appunto era grande e 1 rischiosa, che tutto il patrimonio della cultura nostra, lentamente cumulato dagli aami del Risorgimento, tutta la « inbe1,ligenza » italiana doveva esservi impegnata. Di questo impegno Gentile sj faceva in certo modo 1ga1'8Jltedi fronte all.',rna e all'altra parte, a quella stessa « <intelligenza » e al ?_o– veTno o regim.e nuovo. Eventuali controversie necessariamente do– vevano cadeDe su di lui e ln lui t>rovare equa soluzione. Or.a, fra la t:-ad.izione liberale della cultura italiana e iJ fascismo era una -contraddizione fondamentale, difficilmente superabile; altra e più stridente contraddizion-e, doveva in breve apparire tr,a il fascismo ,quale si veniva syiluppando in Italia e fuori, e la civiltà moderna in ciò che essa ha di idealment-e più profondo e originario e insieme -<li più urgente re attuale: 1' esigen713.di una pacifica, laboriosa soli– darietà umana oltre ogni divario di razze, di ,frontiere, di classi, di -opinioni. Quel che a Gentile e a molti, ai più, era sembrato non al- 1ro che una crisi di crescenza del1'Italilai giovane, rapidamenlte e un poco tumultuosamente maturatasi nel. ,travaglio violento della ori– ma guerra mondiale, risultava esser:e invece un processo ben più ilT'ponente e grav,e di rivoluzione europea, che tra.v"Olgieva popo~i e individui sulla china d'una nuova guerra e metteva in discussione l 2- condizioni stesse della vita associalta. Era i1 momento per cias,:.u– no di prendere nella lotta il suo posto, di :f\air luoe in sè e attcrnn a sè, di assum~re e sostenere integra re netta la propria responsa- 7·,ilità di pensiero e -di azione. Ma il caratt,ere proprio della cri:;i, -que1 che ne prolungava ed iesasperava sempre più il decon,.,1 fino -alle ,estreme conseguenze, era invece la diftfusa propensione a dug- -gire dall'impegno lfischioso <li una presa di posizione conforme a coscienza, l'adattabilità al comprome~so, la riluttanza al decisivo contrasto, al sacrificio; e in questa insufficienza morale si riflette– va anche la oonsunzione <ki miti e della ideologia roma1o1.tica,cui nnn si -era sostituita ancora una fede nuova. Ma perciò appunb il _problema e il compito era per i maestri dello spirito ·qui,lw .di..riiès
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