Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.1 mag-giu 1944

vivo delle correnti spirituali del nostro tempo, per saldare le ne– cessità del cittadino che vuol far trionfare la sua parte insieme con quelle dell'uomo <li pensiero che vuol vivere lealmente la sua esp<>rienza e dell'uomo comune che alilpira a fruire della vita nelle conoo!zioni migliori consentite dal tempo nostro. · Ogni volta che il miraggio della prossima « vittoria » (che sarebbe ;poi solo in minima parte, in quanto vittoria materiale, vittoria nostra) si allontalla dall'irnme<liato futuro, si sente più profondamente questa verità: ohe noi Ci battiamo non per la vit– toria del nostro partito, ma delila nostl"a « parte• ideale; che non ci importa proprio nulla (almeno alla maggior parte di noi) <li rac– cogliere individualmente i brutti della nostra battaglia, ma che tutti desideriamo un mondo nel quale si possa degnamente sta– re. Man mano che la lotta dura, noi vediamo cadere accanto a noì molti dei nostri migliori amici, e che senso avrà la vittoria, maberiale, senza di essi? Ohe cosa sarà il postfascismo, il liberal– sorialismo senza Carlo, senza Libero, senza G., senza Leone: 1'--.o.rs.e noi avr,emo ia1Dooracasi di felicità individuale e aspLriamo al mo– mento i;n cui la vittoria ci congiungerà a persone e a cose o a con– suetudini amate - ma la esperienza ci insegna che tutto questo è quanto tru;li incerto 1 e che del resto sulla soglia stessa del mo– mento in cui fruirne ancora, la nostra individuale es:stenza q,uò seguire nel freddo cammino dell'eterno le infinite altre di ~io– vani che le violente vicende delle battaglie hanno sospinto fuori della vita. Perciò, per continuare, abbiamo bisogno di qualche cosa di più a.rnpio e di 1più certo: il dovere, ma non il dovere astratto e nudo, che oostiene nei momenti supremi, bensì del dovere come è condizionat.o dalla vita, come nasce nel complesso dei rapporti umani. Più una conceziOitle della vita sarà ricca e matura, più essa ci farà intravvedere nel futuro continuatori dell'opera nostra, ,e più noi, grandi e piccoli, sosterremo la' lotta fuori da immediate prospettive di vittoria, con la mente rivolta al durevole e al so– stanziale, pronti ad afferrare le occasioni di introdurre nella real– tà un po' più di noi stessi, pronti anche ad assumere la direzione politica di una situazione quando. le circostanze cosi richiedano, ma senza fare di questa direzione politica un risultato da ricercare di per sé. Nè è questo un bisogno confinato a rpochi intellettuali o a spiriti itonnentati e raffLnati. I semplici lo sentono non meno degli altri, anche se in fornna diversa. Chiunque abbia pratica del movimento operaio sa ,che, prima che ragioni di interesse, ragioni <li fede o di religione conducono molti lavoratori a professarsi comunisti. Il bisogno di una ideologia che dica qualche cosa sul proprio stato ~·resente, che riveli l'importanza dell'opera propria non nel t~ansitorio di una fatica quotidiana per il sosténtamento, ma nel permanente di una produzione che foggia l'wnanità, il senso della solidarietà con la classe e con il futuro - la rivoluzwne - sono stimoli di alta <potenza, che aiutano a foggiare il comhat– tent,, politico fuori da ogni immediata speranza <li vittoria. E quando ci si sente da ogni parte, ,specialmente da parte dei più nuovi alla lotta politica, doonanda1'e « un programma ». • doman-

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