Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.1 mag-giu 1944
-,TI - 'Sorgano nuavi problemi e nuove disposizioni di forze politiche e perci◊ nuovi indirizzi Ancora: L. A. nota giustamente che il progresso russo è or– mai condizionato all'allargamento sostanziale del margine di. li– bere iniziative individuali lasciate ai russi dal governo, ma non si rende conto che tra questo margine e la struttura di socialismo stata.Hsta c'è una netta antitesi. La società nuova sorta dal regime bolscevico non è quel settore libero; è la gigantesca struttura col~ lettivista. E' da augurarsi che la Russia noTI.a:bbia forza e voglia di costrufre ancora una voltn dopo la guerra il suo collettivismo totale, ma se ci rinunzierà sarà per la pressione degli americani e degli inglesi i quali eserciteranno in tal modo sulle sorti del popo– lo russo un'influenza assai più benefica di quella che potranno a– vere i dirigenti bolscevichi con la• loro mentalità di despoti buro– cratici. Cioè il progresso in Russia va veduto in base ad un con– fluire di cornenti socialiste e non socialiste e non in base a matura– zione interna del socialismo russo. Non basta parlare dell'arricchi– mento di motivi nazionali, militari, culturali della viba.1russa, nL' del contrasto fra dirigenti politici e dirigenti di grandi trust sta– tali. Da tutto ciò di per sè non v'è nulla di buono da presagire. Cosa può venir fuori da un nazionalismo russo o da un militarismo russo che possa tanto ralJegrarci? li contrasto trq oeto dirigente politico e ceto dirigente economico non è da scambiare affatto con una maturazione di contrasti di tipo liberale. Si tratta solo della tendenza, già nota e studiata, che ha il socialismo di stato a de– generare nella varietà (peggiore e non migliore) del socialismo sindacalista (o capitalismo di stato come dice F. nella sua lettera). Ed ancora un ultimo esempio cli, analisi insuificiente. I comu– nisti dopo la loro e;per:enza di fronti popolari e di guerre di libe– razione hanno perso assai della loro mentalità classista. Esatto. L. _ A. sembra però credere che l'unica alternativa alla mentalità. "lassista sia quella liberale. Basta :n realtà conoscere la psicologia del comunista di oggi (dopo quelli italiani ne ho conosciuti di tedeschi e ho pregato Dio che salvi la Germania dopo la caduta di Hitler) per ·rendersi conto senza alcuna difficoltà che non si tratta di maturazione libera– le, ma di una maturazione simile a quella che ha trasformato il cri– stianesimo jn cattolicesimo. Il movimento comunista è diventato sempre più una chiesa m.ilitante a cui si aderisce per far dedi– zione della propria personalità. Il comunista di oggi è pronto a qualsiasi azione liberal-e o anche illiberalie, a stringere la mano o ad aggredire le ·stesse persone. L'unico pecoato è il kadimento verso il partito e la Russia. Non si tratto. di motivi politici, ma di una mentalità religiosa chre solo spiega il loro eroismo, e per spiegare la quale occorre esaminare problemi storicj pfù profondi di quelli coperti dalla prassi socialista. E' un po' ingenuo credere che i comunisti oggi combattano e muoiano per la loro ohi~, che casualmente si trova nel campo della libertà. Con ciò non escludo che i comunisti possano essere « liberalizzati » - anzi penso che
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