Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.1 mag-giu 1944

- 113- operai delle fabbriche militarizzate). In Italia e in Francia i sol– dati smobilitati b vanno nèlle valli a fare i partigiani o gettan'via, 1 apidamente, la div!sa e nascondono le armi; in Germania i sol– datj faranno la ste,;_,a cosa, anch<, per sfuggire alle rappresaglie dei vincitori. Restano invece ,e acquisteranno importanza mag– gjore gli operai; poichè bisognerà continuare o ricominciare a produrre. Ci sarà un periodo di interregno sociale, acutissimo nei giorni in cui non ci saoonno più nazisti e non ancora anglo-ame~ ricani, meno acuto, ma vivaoe nel periodo dell'occupazione, in cui molti industriali non sapranno come giustificare la loro col– laborazione fino all'ultimo con l'economia di guerra nazista. di nuovo acutissimo man mano che gli anglo-americani se ne an– dranno (cosa che, almeno per ora, hanno intenzione di fare). Pensa che p<,rfino a Napoli e a Torre Annunziata ~li operai del– !'J1va e della Naval-Meccanic.a stanno negoziando fC'rnle di ge– stione più o meno socialista autonoma; naturalmente il tutto in mezzo a un pasticcio napoletano (con relativa comparsa sulla scena idi ex-bord~ghisti ed ora slndacalisti puri o che so). In so– ,,tanza. nel periodo di interregno sociale, se non vogliamo che tutta la socializz,azione, a cui anelano langhe.. masse, sia alla fine m001opolizzata da una dit,t:itura politica, bisogna affermare il di– titto dei ]avocatori di avere la loro parola da dire sul future della vita economica. I Consigli (se saranno, potrebbe poi darsi - spero di no - che non si tratterà di Consigli, ma dei sindacati. o di Comitati in– terpartito) avranno la funzione di proclamare nelle idee e nei fatti ,e nel d]ritto rivoluzionario costituente la socializzaziorÌe provvisoria delle grandi imprese. Socializzazione provvisoria. per– chè si discuterà poi (e allora, se possibile, proprio in forme rièbr– rrtlstiche-parlrunentari serene) se convenga mantenere socializzata tutta la grande industria e non trovane, 'per parti di essa, accordi con g]j ex-proprietari capitalistici se convenga statizzare questo o quello, e trovare nuove forme di gestione per quest',altro o _quel– !'altro. Ma l'essenziale è che l'iniziativa rivoluzionaria socializ– zatrice ci s;a, creando 1a rottura col passato. e che ci sia per opera non di un partito statale-dittatoriale, ma per opera di più larghi e J)iù democratici organismi delle rr,~""s'!lavorat•r ci N_enza di ,cui, i partiti s'-essi, nelJa loro varietà e nella loro collaborazione tol1erante, non sopravvivtranno; se tutta 1,a massa operaia fosse monopolizzata da un solo partito, questo farebbe presto <a man– giarsi. anche in sede puramente politica, gli altri partiti o a sop– primerli). Questi Consigli non 1i chiamerei Consigli operai, ma o Con~ sigli di fat-br:ca fo dl imore:a) o Consigli dei lavoratori. Es.si po– tranno affe~arsi vittoriosamente solo se non saranno composti esc-lus:ivamente o anche solo prevalentemente di operai {in ciò haf _ ragione contro Rodolfo). ma in misura im.portante ~nche di :mpie– ~•ti industriali, di tecnici, di ingegneri, ove possibile perslno di dirigenti industriali. non strettamente legati aigli ex-proprietarL

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