Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.1 mag-giu 1944
- 53 - za. Volendo eliminare gli inconvenienti cui ho accennato poco fa, come si deve procedere? Eliminare quegli inconvenienti significa creare una condi– zione di cose in cui esista una maggiore eguaglianza nei punti fr3 gli uomini. Quella che gli inglesi chiamano equahty of opportuni– ties. C'è il metodo che chia.mer.ò democratico. Esso consiste nel– I1operare una distribuzione delle ricchezze in un certo senso più egualitario. E' un metodo antico quanto l'umanità. Le canc-ella– zioni dei debiti che facevano gli ebrei e i greci, le ieges agrariae dei rom•ani, le riforme agrarie dei nostri tempi, le impostie pro– gressive, le imposte sull'eredità e molte altre riforme del g~nere, sono i vari correttivi democratici agli inconvenienti della concor– renza. Non si debbono disprezzane. Hanno sì qualcosa di labile poichè sempre si ricostituiscono delle differenziazioni; ma quando sono eseguite corag,~iosamente creano uno stato di cose che - tjuantunque non eterne - danno tuttavia un carattere durevo19 a un paese per varie generazioni. Domani una serie di misure di · questo genere saranno necessa•tie, specialmente nel campo della proprietà terriera. Tuttavia la correzione democratica non riesce a risolvere in modo eflficace il difetto della disuguaglianza sociale. Possiede una vera efficacia solo dove la proprietà non circola con molta rapi– dità. Cioè essenzialmente nel campo della: proprietà terriera. Oggi però in tutti i paesi unq parte sempr:e maggiore della popolazione non svolge più un'attività economica connessa direttam.ente colla terra. Qui le misure di liv,ellamento democratico sono in part~ impossibili ed in parte labilissime. E' questo iJ campo in cuì ha inv.ec ,e importanza l'applicazione del metodo s::icialista. Esso con– siste nel ·s03tituire al metcxio cli distribuzione fondato sul pur– chase-power degli individui, un metodo di distribuzione- che ne prescinde, e che consdste invoo.e nel distribuire i. beni ai singoli indi– vidui secondo un criterio che chiamerò un imperativo di civiltà. Così ad es. ad un certo momento si è giunti alla persuasione che tutti i cittadini dovevano possedere l'istruzione elementare. Se per ottenere ciò ci si fosse affidati alla domanda di istruzione, una parte della popolazione ne sarebbe rimasta com.unque esclusa, perchè pr] !ffi3.di giungere al momento in cui fosse valso la pena dj spendere la somma necessaria per acquistane l'istruzione elemen– tare, ·u portafoglio sarebbe già !:lato vuoto da un pezzo. Il metodo di distribuzione socialista conV'€:rte invece la distribuzione della mme in un servizio pubblico, gestito dall'autorità statale, e di– str'buito a chiunque ne ha bisogno. Questo metodo ha fatto •sì che per esempio oggi per quello che riguarda l'istruzione elementafe esiste una effettiva equal ty (lf c,pportunities per tutti. Ora, oggi, c'è tm-com,plerso di bisogni molto più esteso della semplice istru– zione elementare, che nella cosc!enza civil,e contemporanea è sent:1a come un insieme di necessità pubbUche. La sfera dei ser– vizi pubblici - ed in conseguenza la sfera dell'economia che
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