Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.1 mag-giu 1944

- 52 ~ p,1n~ di porre fine. Essa preclude alle classi povere ogni s~na po~– s.L11ità di asc€6a, poiché quando le condizioni di partenza sono di– verse, la possibilità di far quel che si vuole significa che l'enorme maggioranza degli uomini é costretta a vendere la propria forza– lavoro a salari che li obbligano a vivere al di sotto del livello mi– nimo di vita civile odierno. Essa è così congegnata cì 1 t" l'ordine in cu~ vengono impegnate le risorse materiali ed umani: è dato dalla possibilità di pagare e non dall'uDgenza dei b1Scgni, onde accade che sono largamente soddisfatti i bisogni anche secondari dei facoltosi 1 mentre i più poveri non <riescono a soddisfare quelli più elementari e fondamentali. L'elenco degli inconvenienti po– trebbe allungarsi, ma è ora inutile 1farlo, bastando accennare che . essi si raggruppa.Ilo quasi tutti intorno al fatto che la concorrenza fa affluire in complesso r1cchezzia ai ricchi e povertà ai poveri. Ma che la concorrenza crei disordine, come diavolo puoi di– mostrarlo, se non citando le cose che si scrivono sui giornali, le quali costituiscono ìn gener<a una delle vergogne dell'intelletto u– mano? Non ti rinvio alla normale scienza economica. Ti r1nv10 a Marx: I! capitale, Vol. 2, intitolato • Il proaesso di circolazione dal capitale» che è dedicato quasi tutto a dimostrare ~ome si crei l'e– quilibrio nella società capitalistioa in regime di concorrenza, e come si ricostituisca automaticamente quando é perturbato. Ho detto Marx e non Pareto o Wick.stead, perchè Marx con 3trumenti di indagine molto prì:mitivi e faticosi a maneggiarsi ha svi!uppato per l'appunto una teoria dell'equilibrio della concorrenza sostan– zialmente identica (benché molto più approssimativa) a quella a cui é poi giunta l'economia moderna. Certo oggi è leggermente comico citare a questo proposito Marx, come sarebbe buffo rin.– v:are per i problemi di astronomia a Keplero in etti le con:.ideria– zioni scientifiche sono sem.pre commiste a considerazioni mistiche sulJ'armOnia dell'universo. Ma come Heget preferiva proprio per questi motivi Keplero a Newton, così purtroppo ai socialisti biso– gna sempre far ingozzare le più note verità sci.entifiche per mez-. zo di Marx. _ Voglio sperare che non mi obbietter:ai la crisi. Le Cl':st, cioè gli squilibri che si form ano nel s istema economico, sono fenomeni che avvengono sia in un regi.me di concorrenza che in uno colletti– vista. Tutti coloro ohe conoscono un po' da vicino l'economia so– vietica sanno che la Russia ha attraversato vaTie crisi economiche di tipo colletti,vista. Naturalment.e il meccanismo è nei due casi diverso, e non c'è molto sugo a dire che in economia collettivista non ci sono crisi solo perchè non ce ne sono di tipo liberalista. Il sistema della concorrenza è un sistema che si regge e che correg– ge i disordini che pos~ono prodursi nel proprio seno. Si produ– cono infatti sempre reazioni ohe riconducono all'equilibrio. Con ciò non voglio naturalmente negare che nell'ultimo quarto di secolo tutti i rapporti economici non siano cronicamen– te in crisi. Voglio solo negare ,che )a causa sia da ricercare nella concorrenza. Prim.a però di passar.e a parlare della vera causé.., vorrei ancora soffermarmi un po' sul problema della concorren-

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