Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.1 mag-giu 1944

in una frase di preparazion, diviene necessario è sopratutto la presenza in ogni officina di un gruppo sia pur limitato di operai, pronto all'azicne e conscio del signiiicato dell'azione medesima. Chi è estraneo alla vita dell'officina non può immaginare quali difficoltà abbiano dovuto superare gli oi,ganizzatori degli scioperi di primavera: numerosi gli squadristi, forte l'ostilità dei padroni, sempre vigile la polizia e sopratutto ancora incompleta -la coesione della massa operaia. Ad esempio, in Milano la maggio– ranza degli operai proveniva di recente dalla campagna i per di– ver.5i il salario si presentava so!o come un di più sul reddito della terra, quindi erano disposti ad accettare salari che l'operaio vero e proprio non avrebbe mai anunesso; non solo, ma erano ancora e– stranei al problema del l:woro industriale, legati da vincoli imme– diati con la campagna. Se ·si considerano queste difficoltà (e sono solo una parte), ap– pare straordinario lo scoppio dei passati scioperi. Eppure essi furono opera di uno sparuto gruppo di còmunisti militanti e di o– penai che sovente mancavano cli qualsiasi contatto con i primi. Le conseguenze furono di grande importanza: prima di tutto si creò già allora un embrione di ciò che fu detto più tardi « com– missione di fabbrica•, in secondo luogo la massa operaia comin– ciò a prendere coscienza di sè stessa e della propria forza, in ter– zo luogo il lavoratore ancora semicontadino come mentalità tra– smise alla campagna la sorprendente notizia di moti popolari, di una volontà popolare che non si accontentava più del sommesso monmorio d'un tempo, ma' già agiva per la tutela dei suoi inte– ressi. Il contadino-operaio, che rappresentava allora la maggiore di:fificoltà per l'opera di propaganda, fu dunque portato in una lot– ta che forse avr,ebbe potuto s~tire estranea ai suoi interessi, non solo, ma iniziò e facilitò dei rapporti di simpatia fra città e cam– pagna. L'importanza di quest'ultimo fatto salta subito agli occhi se si pensa alla portata fondamentale che sempre hanno avuto le re– lazioni città-campagna nei momenti di crisi: il problema della borsa nera ne è forse uno degli a.spetti più caratteristici, risolvi– bile in via paeiiica solo se l'operaio e il contadino vengono a tro– varisi in stretta comunione di azione .e di principi. La nascita 4quindi delle commissioni di f.avbrica, che taluni attribuivano alla rocambolesca attività del genefico « comuni– smo» non fu che il frutto d'una situazione che già da tern;:>omatu– rava. Gli operai che a Milano, a Torino, ecc., discussero col mini– stro Picca.Tdi non erano .-creature di Mosca •, ma semplicemente uomini rappnesentativi delle fabbriche, eletti democraticamente dagli operai in base al criterio della maggioranza, tutti stati messi alla prova durante gli scioperi della primavera del 1943. E le di– scussioni non erano solo economiche, ma andarono ben oltre: a Mi1ano gli operai chiesero 1 come base per le trattative, la pace verso gli alleati e si dichiarairono disposti a combattere contro i tedeschi.

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