Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.1 mag-giu 1944

- 36 - indifferente alle persecuzioni, alla sordità esaspérante dell'am– biente esterno - la scissione profonda determinatasi tra chi guar– dava ancora agli in tenessi particolari (economici, amministrativi, diplomatici, di partito) e tra chi affermava che tutti gli interessi dovevano esser subordinati alfa riconquista, totale della libertà politica e di coscienza, alla rivoluzione antifascista, insomma que– sta rottura totàle con la tradizione politica diell'ultimo mezzo se– colo ha salvato l'antifascismo, pur sotto il ventennale imperio del– le leggi eccezionali a oui ba dato luogo la ripresa di Mussolini nel 1925. Piccoli fatti, che han potuto sembrare incomprensibili agli estranei, hanno avuto la loro importanza. la trasformazione di giornalisti liberali, stati sempre fautori del puro parlamentarismo, in organizzatori infaticabili di attentati terroristici; la prontezza di organizzatori openai, abituati a valutare meticolosamente il da– re e l'avere ,e lo stato d'animo delle masse prima di scendere in cam– pò, a sfidare pene cli quindici o venti anni di carcere per un sem– plice manifestino, diffuso in poche copie: incitante soltanto all'ab– battimento del fascismo. Piccoli fatti ma importanti perché molto numerooi e soprattutto perchè incessanti, perduranti per tutto il ventennio buio, est-endentisi a strati sempre crescenti delle gio– vani generazioni, a coloro che avevano appena dai 10 ai 16 anni nel 1924 e per i quali la questione morale « matteottiana • non poteva avere alcun senso pratico, ma solo un puro significato ideale. Importanti perché pervasi da spirito stoico, contro il quale nulla han potuto i successi, quasi ininterrotti, del fascismo dal 1929 ciroa fino al 1941. Gli esponenti maggiori di questo andar .., contro ·corrente•, Antonio Gramsci, Piero Gobetti, Carlo e Nello Rosselli, furono tutti assassinati dal fascismo. E che poi? Il moto antifascista non si arrest.ò neppU'lie per un istante. Nella ,prima– vera del 1943, quando il 95 O/o dei cospiratori antifascisti di tutte }e tendenze era in prigione o alle isole di deportazione (gli ultimi nuclei furono tratti in am,sto nelle prime settiman.e del 1943), l'antifascismo come forza politica si feoe improvvisamente luce. Gli scio.peri operai del marzo gli diedero una base di massa, la sconfitta fascista in Tunisia ne fornì la giustificazione militan, e politica: il regime mussoliniano crollava, dopo aJVer irovinato il paese, il popolo italiano reclamava una nuova direzione. Militanti improviVisati facevano oircola11e, non più a poche decine, ma a pa– recchie migliaia di copie la stampa antifascista clandestina e la libertà di parola cominciava coll'imporsi da sè. A questo punto, reso drammatico dallo sbarco degli alleati in Sicilia e dalle entusiastiche aocoglienze fatte loro dal popolo di Palermo, intervennero Dino Grandi, il Conte Volpi, il Maresciallo Badoglio, il re-imperatore e tutti rgli altri personaggi del decrepito stato sabaudo, prontissimo - più pronto degli antifascisti che do– vevano ancora forzare le sban-e di ferro delle carceri - a dare il col,po di grazia al suo ventennale alleato sconfitto. Si capisce ohe astrattamente sarebbe stato più logico (e in– sieme più favorevole alla rinascita della libertà in Italia) se ii fa-

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