Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.1 mag-giu 1944

- 10 - dai proletari e dagli uomini liberi europei contro le , -eazio.ni < an- · timamxiste •, pur essendo personalmente e idealmente un.o dei giù oost.>nti nel n<>gare. il motivq fatalftstlco, deteriministico, materia– listico delle conc.ezioni marxiste. Interventismo rosseUiano. . Questa intuizione di Rosselli mostra la su.a. maturità e la sua vigoria in questo sopratutto che essa si ca1a e si trasfonde nella critica delle singole situazioni politiche. NeJ1 1933, ad esempio, Ros– selli fu il sòlo tra gli sorittcmi di sinistra che avesse il coraggio di dire apertis verbis quel che oscuramente era nel cuore di tutti, e .che tutti negavano in teoria; ,e cioè che ~a venuta di Hitler al potere aveva pratica.mente inaugurato la guer-ra in Europa - che la guerra, omnia.i era fatale ( « J'a guerra viene, la guerra verrà ,.), a meno di un mivoluzionario rovesciamento della situazione all'in– terno, la rivoluzione nelle strade di Milano e di Berlino; rovescia– mento che il neutralismo, l'incfilfecentlsmo al regime interno degli altri paesi, il ipersistente pacifismo dei ,pa!rt.iti di sinistra non fa-· cilitava, anzi. E mentre chiariva che « la sola politica virile» che un partito rivoluzionario e progr-essivo av;.rebbe potuto compiere sarebbe stata una 1po.llitica di intervento a favore della rivoluzione e del ristabtlimento delle libertà intern>e in Germania e in ItaliaJ, indicaya anche, con coscienza lucida, le ragioni per le quali quella pohtica non ci sarebbe stata e la guerra sarebbe fatalmente ave– venuta su un piano di stati e di imperi, non di popoli. Sono queste orm.ai verità accettate, divenute talmente cornwtl e radicate nel,l'animo di tnitti gli antifascisti che probabilmente quelli che allora ,presero la pernna per ·confutare Rosselli ritengono oggi di non averne mai avute altre; ma allorta parv,ero ipiù che e1'€tiche e furono anche tra le -cause di una grave rottura politica. Analogamente Rosselli, sol<>contro tutti i partiti antifascisti, al te.mpo della ,guerra etiopica, ebbe l'intulZione della debolezza ?,ella piattaforma ginevrina, 1puramente legalistica. non disposta a porre H sugg:eUo del rischio supremo di guel"lta aJ,Ie « sanzioni econonù– che » deliberate contro l'aggressore: fondamentalmente insincera, suretta com'era tra la necessità di dar soddisfazione a una opinione pubblica pacifista e la prroccupazfone di non distruggere il « go- ' verno forte», in. gmdo di. mnibilitare quattro divisioni di cui si sperava poter1Si far aI1gine contro un prevalere totale della, Ger.– •m,ani a hitleriana. Più, Rosselli comprese di buon'O'Iìa quale sareb- be stata la linea della propaganda fascista e quale partito avrebbe tratto d"1la staticità degli .,vversari, dall'allinearsi di questi nella ~oro totalità sulla tesi ginevrina; il fascismo avrebbe, come di iatto, fece poi, t,ra:sformato nella sua propaganda quella che non era « neppure una impresa coloniale e imperiaillistica, ma una guerra privata della dittatura » in guenrn. nazionale. E, sebbene non riu. , .-r_,.__, scisse, COl) gli scarsi me,zzi a sua dilsposizione, a far di più che a in-

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