Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.1 mag-giu 1944

- 110 - prima intelaiatura organizzativa che permise il cristallizzarsi di forze nuove, il consolidarsi di quadri sorti dalla tragedia italiana. Una simile constatazione si potrebbe fare per il movimento ope– raio, dove tutti i ,c,entri vivi sono oggi costituiti da una fusione de– gli uomini delle lotte passate con le energie nuove sorte imme– diatamente dalla situazione delle fabbriche, dalla dura selezione degli scioperi, dei comitati d'agitazione, dalle deportazioni e im– prigionamenti, ecc. Per assolvere •per parte sua a questa fun– zione di contatto ,e di fusion~ la stampa clandestina ha dovuto accettare alcune condizioni ché la realtà stessa le d<!ttava. Ha do– vuto farsi ·semplice, un,itforme, spesso generica. Questi caratt,eri le derivavano dall'elementarità stessa dei. ·compiti che si pr~fi;.t– geva la lotta antifascista ,e antinazista in questo periodo. Tra gior– nale e giornale le differenze pditiche talvolta appena si potevano scorgere, le diffierenze di stile erano spesso dovute a m.otivi con– tingenti, più ancora ohe a ragloni di mentalità o di idee, la po1e– mica interna tra le diverse correnti fu quasi nulla e in ogni modo fu sempre dom.i'}"ta da grande altezza da motivi comuni dell• lotta. Bisogna pUT dir.si che soltanto così le forze politiche nui)ve che sorgevano o ,risorgievano potevano prender contatto con il paese, ,rispondere alle sue prime esigenze. ai suoi primi tentativi di darsi ragioni plausibili ed elementari della rapida trag-e<lh. che lo aveva travolto e portato al centro dell'Europa tormentata. Per parlane ai giovani operai che tornavano alle l'otte dei padri o ri– creavano i quadri del movimento operaio di domani, per rivol– gerai ai soldati a cui la guerra, la prigionia o il passagg'io nelle bande partigiane aveva aperto tutto un m,ondo di sofferenze e di verità, agli uomini che vivevano nelle città devastate o nelle caffipagne razziate dai tedeschi era necessario ricorrere ad un lin– guaggio elementare ed uniforme, far sentire una parola che li unisse nella lotta e che non -avesse più il sapore di vecchie bat– taglie tramontate o sempre vive in cerchie troppo ristrette. Questa esigenza. di mentalità e di linguaggio ra, stampa clan– destlna l'ha sentita con grande forza e chiarezza. Basta Percor– rere fogli come l'Un'itd, Fratelli d'Italia, la RiscossaJ Italiana, Li– berazione, .ecc., per accorgersene. Eppure questa ele.mentarità, a guardarla più da vicino, si dimostra troppo spesso come artificiale, sforzata, risultato di un programma, più che non di un senso iii– timo ed immediato. Si è fatta troppe volte confusione tra la sE!ID– plicità e il grigio, t<a l'unità di tutte le forze " l'indefferenzia– zione. Spesso i giornali sono stati improntati ad un linguaggio del passato, che però si e avuto cura di scolorire e di rendere uni– forme o iruforme, piuttosto che alla creazione di un nuovo mezzo espressivo che meglio corrispondesse alle esigenze di oggi. Non è certo ripetendo ogni due righe la parola patri-a che si esprimerà quel nuovo senso di patria che sta infatti sorgendD dalle soffe– rE!l:tz<> e dall<>lotte di oggi e che è fatto di una nuova volontà di solidarietà con tutti gli altri paesi gravati dal peso nazista, che va liberandosi finalmente da ogni rlvendicazi<>ne di privilegio o di prepotenza. Non è certo ripetendo ogni 1lre parole libertà, ci-

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