Ciro Fantini rale, di indispensabilità dei trasporti, il che: si traduce in una domanda globale poco elastica rispetto ai prezzi; i rilevanti capitali necessari sia per i veicoli che per le infrastrutture, il che consente un accrescimento relativamente lento della capacità di trasporto, per cui le fluttuazioni più o meno improvvise della domanda possono essere soddisfatte solo disponendo, in ogni momento, di una adeguata eccedenza di mezzi, ad evitare strozzature inammissibili per l'economia generale del Paese. Questi aspetti, nella maggioranza dei casi, sono ancor più accentuati· se riferiti alle Ferrovie. È chiaro quindi che tutto ciò impone una politica settoriale estremamente cauta che crei le premesse sia per una sana concorrenza sia per un'azione coordinata. È chiara anche la convenienza di favorire la « specializzazione » della ferrovia per traffici pesanti (sia viaggiatori che merci) ed in particolare per quelli sulle medie e lunghe distanze . . Contemporaneamente, appunto per lasciare ad ogni mezzo le sue peculiari caratteristiche, il problema del ridimensionamento della rete ferroviaria statale qndava e va affrontato in termini decisi. Molte questioni vi sono collegate: quella degli oneri finanziari per investimenti e mantenimento che ricadono sull'Azienda e sul debito pubblico, quella di una migliore utilizzazione di uomini e di mezzi, come quella di venir incontro alle mutate esigenze della popolazione che general1nente preferisce per le brevi distanze i trasporti stradali, più facilmente adattabili alle situazioni di fatto. Le Ferrovie dello Stato, azienda di servizi, non dovrebbero preoccuparsi degli oneri per le infrastrutture ad essa necessarie, ma, dato che l'azienda dispone di una specifica struttura tecnica e amministrativa, dovrebbero solo preoccuparsi della progettazione e dell'esecuzione dei lavori, amministrando con snellezza ed oculatezza fondi che comunque non facciano carico al suo bilancio. L'Alitalia non si costruisce gli aereoporti, né tanto meno si accolla gli oneri di manutenzione; le Società di autotrasporti non si costruiscono le autostrade e non s1 preoccupano dei lavori necessari a conservarne la sicurezza per la v~abilità. Il problema è tutto qui e non è certamente poco. È vero che per finanziare i lavori di ampliamento, potenziamento e manutenzione delle ferrovie dello Stato si ricorre al debito pubblico, ma i debiti si pagano, anche se a lunga scadenza, e comunque ogni annù gravano sul bilancio dell'azienda ferroviaria i ratei di interesse. Nel giudicare quindi lo spaventoso deficit delle Ferrovie dello Stato bisogna tener conto di questo tipo di oneri che, se certamente non 82 -BibliotecaGino Bianco
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