Editoriale che, anzi, ha dato luogo a comportamenti dèfinibili « abnormi » da un Presidente del Consiglio. D'altra parte, si può ben dire che il problen1a dei grandi agglonzerati urbani del Sud espone la politica meridionalista, e in generale la democrazia italiana, su una frontiera che risulta quanto mai vulnerabile e per certi aspetti di decisiva importanza strategica. Si consideri il problema di Napoli: c'è una citta da salvare, abbiamo scritto in luglio, dopo i moti per il pane; e ora, dopo il colera, dobbiamo aggiungere che, se non si riesce a salvarla, non si potrà mai più dire che la democrazia italiana ha vinto la sua battaglia per lo sviluppo del Mezzogiorno, quali che siano nel prossimo futuro i suoi auspicabili successi su altri fronti, in altre regioni ed in altre città del Mezzogiorno. Ebbene, la salvezza di Napoli va cercata anzitutto - anche se, ovviamente, non soltanto - con il buongoverno: perché a Napoli, più che non altrove in tutto il Mezzogiorno, si riscontra nei fatti e nelle conseguenze dei fatti quanto siano tossici i frutti del malgoverno e di quei « comportamenti abnormi » che hanno· richiamato l'attenzione, e magari suscitato l'indignazione, del Presidente del Consiglio. C'era stata a Napoli, prima del 1970, una non sgradevole am1ninistrazione di centro-sinistra che aveva preparato quanto era indispensabile preparare ai fini della realizzazione di fondamentali opere pubbliche e aveva anche varato il nuovo piano regolatore. I meriti di quella amministrazione, la migliore dal 1946, furono riconosciuti dagli elettori, ma non dai partiti. Il Sindaco fu sostituito, benché rieletto come capolista della DC; il più efficiente degli assessori fu eletto alla regione e paradossalmente gli è stato perfino addebitato come un connotato negativo il suo «efficientismo »; è stata eletta una nuova giunta con1unale, con uon1ini che si sono poi distinti per i loro « comportamenti abnormi ». Così è stato sciupato dopo il 1970 quanto di buono si era fatto prima del 1970. La crisi comunale, aperta dallo scandalo dell'inceneritore, potrebbe ora risolversi positivamente solo se, come ha auspicato Silvano Labriola, si riuscisse a formare « una giunta rinnovata con un programma di emergenza ». Altrimenti, non si può evitare uno scioglimento del Consiglio com4nale: soluzione preferibile a quella di una giunta raffazzonata, con un programma non credibile e con uomini più o meno compromessi da « comportamenti abnormi ». Intanto si potrebbe, comunque, impostare e portare avanti il « progetto integrato» per l'area metropolitana di Napoli. Donat Cattin ne ha parlato nella sua conferenza-stampa a metà settembre e ne ha riparlato a Bari. Dovrebbe essere una somma algebrica di progetti speciali: per il 4 BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==