Nord e Sud - anno XX - n. 166 - ottobre 1973

Italico Santoro sul fabbisogno di acc1a10 e le ricerche sulla dimensione ottimale dei moderni impianti spinsero la Finsider ad allargare lo stabilimento, fino all'attuale capacità di dieci milioni di tonnellate 9 • Dopo il completamento di Taranto le capacità della siderurgia italiana superano largamente il fabbisogno interno. La sola Finsider, nei quattro centri costieri, può produrre all'incirca 16,5 milioni di tonnellate annue di acciaio grezzo, ed in forte sviluppo sono anche gli in1pianti dell'industria privata, soprattutto quelli di medie dimensioni. Con alcuni ritocchi e ammodernamenti, le strutture attuali dovrebbero assicurare per il 1980 tra i 28 e 29 milioni di tonnellate di acciaio grezzo. Nel 1972 il consumo interno ha sfiorato i 20 milioni, e si prevede che nel 1980 raggiunga i 30: un livello che si discosta di poco dalla produzione che a quella data gli attuali stabilimenti saranno in grado di assicurare. È a partire dal 1980 che si riproporranno insomma quei problemi che già furono affrontati nel 1958, e che derivano da un sostanziale equilibrio tra le possibilità di produ_- zione e il fabbisogno interno. Questa situazione di equilibrio tende a trasformarsi presto in una situazione di squilibrio, dal momento che il consumo di acciaio continua a crescere con regolarità, mentre la costruzione di un nuovo impianto o l'ampliamento di quelli in funzione richiedono alcuni anni. Di qui la necessità di un quinto centro siderurgico, sempre che non si voglia far ricorso a massicce importazioni di acciaio. È una esigenza che si impone per gli anni ottanta, ma che deve essere prospettata fin d'ora. Si tratta in pratica di avviare la costruzione di un altro stabilimento, scontando che le tecniche come le scelte ubicazionali debbano essere in linea con quelle che caratterizzeranno la più avanzata siderurgia mondiale durante il prossimo decennio. E allora il vero, e primo dilemma, non riguarda la localizzazione del nuovo centro. L'alternativa è semmai tra un quinto stabilimento a ciclo integrale destinato a lavorare il minerale d'importazione, e un impianto che invece provveda essenzialmente a laminare le bramme già prodotte all'estero. A favore della prima soluzione è l'esperienza acquisita dalla Finsider in tutti questi anni, e la certezza che le acciaierie LD e i cicli integrali manterranno intatta, ancora per molto tempo, la loro competitività; mentre 9 Dei problemi insorti a Taranto dopo la_ costruzione del centro, oggi largamente discussi, s1 parlerà in una successiva nota. 38 Bibliotec Gino Bianco

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