Nord e Sud - anno XX - n. 166 - ottobre 1973

Napoli città problema due grossi impianti per la distruzione e la trasformazione dei rifiuti. La Commissione dei 17 esperti, che stava lavorando al progetto, venne sciolta. Al suo posto fu nominata una Commissione ristretta, costituita dai quattro amministratori comunali, che avrebbe dovuto dare in appalto, a trattativa privata, le due importanti opere pubbliche. « L'esercizio di impianti di recupero e di trasformazione, sostenne in quella circostanza l'assessore Cerciello, comporta un notevole impegno organizzativo e commerciale. Le relative attività possono essere affidate a privati quando ne risulta la convenienza dell'Amministrazione. Solo ditte private qualificate, concluse l'assessore Cerciello, sono in grado di risolvere il problema con quella urgenza che il caso reclama ». Gli otto magistrati scoprono che la Sopoma è una società fittizia, costituita quindici giorni prima dell'affidamento dell'incarico da parte della Giunta. La sua sede, in via Caracciolo, risulta una piccola stanza disadorna, sprovvista perfino di telefono. Eppure, in Giunta, l'assessore Cerciello non aveva esitato a sostenere che la Sopoma era una Società dal capitale sociale di molti miliardi, in grado di dare tutte le garanzie di efficienza, lunga esperienza, provata capacità tecnico-organizzativa, stabilità patrimoniale e finanziaria richieste per poter partecipare al concorso. « È. una ditta che abbiamo scelto fra le più idonee », affermò Cerciello. Si tratta, invece, di una Società fittizia, con un capitale di appena 1 milione di cui soltanto 300 mila lire effettivamente versate. « La Sopoma - si legge nel rapporto dei magistrati - ha tre soli azionisti: la maggiore, al cinquanta per cento, è la signora Maria Luisa Graziano, domiciliata a Pompei, casalinga, moglie dell'ex sindaco democristiano Raffaele Mancino». Chi poteva immaginare - commentano gli otto magistrati - che Napoli colerica dovesse aspettare la pulizia delle sue strade e il futuro impianto di trasformazione dei suoi rifiuti da una ... casalinga di Pompei? La Magistratura adesso, con l'inchesta affidata al sostituto procuratore della Repubblica dott. Italo Ormanni, dovrà stabilire se. la casalinga di Pompei poteva, o meno, ripulire Napoli e fare scomparire le tonnellate di rifiuti che la città produce. Intanto, però, le reazioni dell'opinione pubblica ~ono state. assai negative. Lo scandalo,. nella misura in cui rivelava tutto un retroscena di complicità, di connivenze e di colpevoli silenzi, accresceva di colpo il distacco tra città e Comune dove il « serpente» della corruzione e del malcostume laurino dimostrava di avere ancora una «coda» dura a scorticare. 113 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==