Andrea Cendali Per aumentare tale dotazione è previsto l'allargamento dell'acquedotto pugliese, che dovrebbe articolarsi dal nord con l'acquedotto del Fortore per la Capitanata, dal sud con quello del Pertusillo per il Salento e il Tarantino ed infine, dal centro con l'acquedotto alimentato dalle sorgenti di destra del Sele e dagli invasi del Temete e dell'Ofanto per le provincie di Bari, e comporterà una spesa di 44 miliardi di lire. Al 2015 con una popolazione più che raddoppiata, secondo il P.R.G.A. il fabbisogno idrico potabile sarà 19,4 mc/sec. corrispondenti a 262 litri/ abit/giorno, ancora insufficienti. Si richiederanno infatti almeno 25 mc/sec. integrativi. Per cui la scelta di Bari co1ne sede del laboratorio del C.N.R. ha voluto significare un primo riconoscimento del carattere di priorità da assegnare alla risoluzione del problema idrico in diverse regioni meridionali e vuole essere un invito per le industrie e gli operatori economici del settore ad accettare queste nuove soluzioni che la tecnica ci offre nel campo dell'approvvigionamento idrico. Inoltre, affiancando sempre nuove fonti non convenzionali alle convenzionali già esistenti, si possono •riservare queste ultime all'utenza agricola sempre crescente, riservando i maggiori costi della dissalazione sull'industria e l'utenza idropotabile. Per esempio per la Puglia il fabbisogno di acqua per uso irriguo sarà di un miliardo di mc. nel 1975 equivalente a 330.000 ettari irrigati rispetto ai 70 mila del 1967. Cifre alla mano i benefici economici di questa politica irrigua si possono subito valutare: incremento produttivo dell'olivo tradizionale di 120-160 mila lire per ettaro; del tabacco di 180-270 mila lire per ettaro; dell'uva da tavola di 300-350 mila lire per ettaro. E questa possibilità di incremento del reddito pugliese, il quale è da sempre legato all'attività agricola, non deve certo venir meno per insufficienza di acqua. Da questi elementi si ricava che la dissalazione nel Mezzogiorno potrà prosperare solo se legata all'industria, data l'impossibilità per l'agricoltura prevalentemente estensiva di sopportarne i costi. Ed un organico inquadraménto della dissalazione a livello industriale potrebbe ri_levarsi una componente efficiente per il decollo economico del Mez., zog1orno. Si concreterebbe infatti nello sviluppo di due industrie di base, la meccanica e la chimica, attualmente presenti nel Mezzogiorno la prima marginalmente, la seconda negativamente. L'industria meccanica infatti dipende essenzialmente dal capitale settentrionale il quale, data la situazione di congestione realizzatasi 96 Biblioteca Gino Bianco
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