Nord e Sud - anno XX - n. 164-165 - ago.-set. 1973

Andrea Cendali Come si può notare quindi vi è una ulteriore ·differenziazione negli impianti di dissalazione riguardo all'uso a cui sono adibiti. Oltre a questi che sono i due procedimenti più conosciuti, studi particolari tendono a perfezionare altri processi finora meno afferma ti quali il congelamento, consistente nell'ottenere la solidificazione di una parte dell'acqua salata di partenza in cristalli di ghiaccio che non contengono sali; l'osmosi inversa consistente nel far passare l'acqua attraverso una membrana semipermeabile da una zona a salinità maggiore ad una zona a salinità minore pompando l'acqua salata ad una pressione maggiore di quella dell'acqua più dolce raccolta; lo scambio ionico, il quale sfrutta la proprietà di alcune resine di catturare i sali disciolti nelle acque portate a loro contatto. Procedimenti questi, come già detto, oggetto di accurati studi per ridurre i costi di esercizio finora ottenuti, non ancora accettati da alcuna utenza, industria compresa. Il metodo più promettente fino ad oggi preso in considerazione è quello della distillazione a stadi multipli, a mezzo del quale si fa evaporare una frazione dell'acqua marina facendo condensare il vapore successivamente ottenuto in assenza di sali, in modo da ottenere praticamente acqua priva di contenuto salino. Questo sistema richiede una quantità di calore che diversi accorgimenti tecnologici tendonq a ridurre in proporzioni accettabili. In effetti una stessa quantità di calore ceduta all'impianto provoca successivi processi di evaporazione e condensazione. L'impianto è formato da diverse camere (multipli stadi) nel fondo delle quali circola acqua di mare calda; nell'alto di ciascuna camera vi è un fascio di tubi nei quali circola acqua di mare ad una temperatura inferiore. In ciascuna camera è praticato un vuoto tanto più spinto quanto più è lontana dalla fonte di calore. Infatti basandosi il processo su successive evaporazioni e condensazioni l'acqua arriva all'ultima camera avendo perso molto della sua temperatura per cui trovando la camera quasi sotto vuoto riesce a evaporare. Il calore ceduto nel passaggio di stato serve per preriscaldare l'acqua che attraversa i fasci tubieri superiori in modo da raggiungere la caldaia ad una temperatura superiore a quella del mare. L'acqua di scarico, ci<?è quella che non è evaporata neanche nell'ultimo stadio, con una concentrazione salina elevatissima avendo ricevuto tutti i sali liberati nelle precedenti evaporazioni e costituente la cosiddetta salamoia, viene infine scaricata a mare. Come si può notare, in tutto il processo la sola fonte di energia impiegata è il calore, tranne una piccolissima percentuale di energia meccanica impiegata, ovviamente, per far funzionare le singole com92 BibliotecaGino Bianco

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