Nord e Sud - anno XX - n. 164-165 - ago.-set. 1973

Cronache parlamentari di popolazione non sia garantito e sia indispensabile un minimo di attività agricola per la conservazione dell'ambiente naturale». È quindi merito del Parlamento di avere indicato questa esigenza, di averla puntualizzata, non solamente in relazione all'entità del reddito, ma anche alle conseguenze negative che sarebbero derivate dal mancato soddisfacimento di essa, specie dall'esodo rurale, soprattutto nefasto per la conservazione dell'ambiente. Nel novembre 1971, dunque, con l'inserimento di questo testo, il Parlamento affermò che in certe zone un regime speciale doveva essere instaurato, mentre nel luglio dell'anno successivo (con il parere elaborato, a nome della commissione per l'agricoltura, dal collega Scardaccione sulla comunicazione della Commissione per un programma sulla politica comunitaria dell'ambiente, nella quale la Commissione preannunciava la presentazione di una proposta a favore dell'agricoltura di montagna e un'altra a favore del rimboschimento) si riconosceva la necessità di un finanziamento comunitario. Infatti esso diceva: « Date le particolari difficoltà che esistono per l'esercizio dell'attività agricola in queste zone e data la funzione che gli agricoltori esercitano ai fini della protezione dell'ambiente e nell'interesse quindi di tutta la collettività, è da ritenere quanto mai opportuna l'iniziativa della Commissione (questo è il testo del parere) di dover prevedere aiuti speciali a favore del reddito di detti agricoltori». E la conclusione: « In ordine a queste considerazioni, le richieste formulate relative ai necessari contributi del FEAOG vanno ribadite partendo dal presupposto che le misure appropriate si rendono indispensabili principalmente per le zone montane, ma ugualmente per le altre che non possono essere affidate esclusivamente alle iniziative e ai soli mezzi nazionali ». Come è chiaro dal testo che ho letto, la necessità di azioni speciali in queste regioni fu riconosciuta sia per il mantenimento di un minimo di popolazione agricola attiva, per contribuire indirettamente alla conservazione dell'ambiente naturale, sia nell'ottica della politica comunitaria per le strutture. Ed è questo - e vi prego di tenerlo presente come criterio fondamentale - appunto, direi, l'avvio per la direttiva al nostro esame: il miglioramento del reddito agricolo fronteggiando. le particolari difficoltà e quindi attuando completamente quello che già era stato stabilito nelle direttive approvate, di far fronte cioè alle esigenze della conservazione dell'ambiente;, della conservazione del suolo, nonché alle esigenze sociali ed umane in un ambito più vasto. Effettivamente, quindi, noi ci troviamo in presenza di una direttiva che non ha soltanto un grande valore economico, ma anche un notevole valore sociale. 77 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==