Ernesto Mazzetti sarà comunque possibile anticipare gli interven,ti coerenti con gli obiettivi di fondo e già dotati di finanziamenti e progettazioni esecutive. È il caso di importanti assi viari e di inizative industriati riguardanti, gli uni e le altre, sia le zone interne che l'area metropolitana di Napoli. Interven.endo alla seduta in cui venne approvato il « programma operativo della Commissione per il progetto-pilota, il ministro del Bilancio dell'epoca, on. Taviani sottolineò la notevole portata dell'impegno che il Governo assumeva con l'iniziativa di porre in essere un meccanismo per l'elaborazione di un piano globale per la soluzione della « questione napoletana »_: iniziativa che nasceva dal riconoscbnento del contributo dato da Napoli al Paese e del ruolo che la metropoli è chiamata ad assolvere nel lv1ezzogiorno. Presentando il progetto-pilota al Consiglio Regionale, il presidente della Giunta campana, Servidio, circa un 1nese più tardi affermò che « per la prima volta nella storia unitaria, lo Stato affronta la tragica realtà napoletana in modo adeguato: non più con i pannicelli caldi delle leggi speciali o l'aleatorio rimedio dei lavori pubblici in chiave episodica, ma un programnza proporzionale per investire alle radici lo squilibrio fra attività e insediamenti, che fa dell'area metropolitana di Napoli una realtà ancora alla ricerca di una giustificazione 'a posteriori ' »; onde il senso risolutivo di questa svolta va preservato da « polemiche squallide e disadorne ». Otto mesi prima, in un articolo su « Il Giorno », l'on. Compagna, dopo aver ricordato con1e talune importanti vicende napoletane (l'area industriale, l'area della ricerca scientifica) si fossero caratterizzate covne « una storia di penosi ritardi, di occasioni perdute, di uomini sbagliati nei posti sbagliati, di controversie animose per questioni oziose e di inerzie colpose per questioni di fondo », 1nenzionava il progetto per l'area metropolitana di Napoli come una concreta possibilità per portare avanti il discorso «sulle funzioni della nietropoli napoletana » avendo presente « l'ipotesi di equilibrato sviluppo metropolitano » del Mezzogiorno rispetto al Nord e concludeva:• « guai se una classe dirigente non all'altezza dei tempi e dei compiti dovesse compromettere questa possibilità. Non sarebbe la prinia volta, ma potrebbe essere l'ultima, perché ci sono occasioni che, una volta sciupate, lo sono per sempre. Tale, per Napoli, l'occasione metropolitana». Affermazioni, auspici e moniti, che varrà la pena raminentare nel corso dell'elaborazione e, poi dell'esecuzione del «progetto» per Napoli. ERNESTO MAZZETTI 74 Bibl-iotecaGino Bianco
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