Nord e Sud - anno XX - n. 164-165 - ago.-set. 1973

Cronache meridionaliste menti costieri, onde da Baia a Castellammare ai Stabia l'ininterrot to susseguirsi di case, insediamenti produttivi, strutture portuali ha cre ato condizioni penose di residenza per la popolazione e grosse difficoltà o perative per le attività commerciali e industriali. Ai fenomeni di agglomerazione costiera hanno fatto seguito f enonieni di conurbazione lungo le direttrici interne, onde nuove saldature si sono determinate sugli a ssi segnati dall'autostrada per Caserta, della Statale Appia, dell'autostra da per Bari. Una pubblicistica estrema,nente nutrita, ed una vasta bibliografia urbanistica e geografica assai recente esimono dal dilungarci sui d ati che quantificano gli effetti negativi dei processi incontrollati avutisi n ell'ultimo ventennio sul territorio napoletano e riverberatisi conseguen temente sull'intero territorio regionale. È utile, però, far almeno riferimento al volume dedicato alla Campania dagli esperti della Svimez incaricati di analizzare le strutture del territorio meridionale (Roma, 1971, 246 pagg. ciclostilate più appendice e atlante), per trarne qualche indicazione di sintesi. Conseguenza prima dei fenomeni di crescita spontanea è la formazione di un'area metropolitana che ha v. suoi vertici costieri a Monte di Procida e a Castellammare e quello interno ad Av ersa; zona definita ad « altissima densità » ( poco meno di 4000 abitanti per kmq). raggruppa più dei due terzi della popolazione extra agric ola della _ regione, oltre due milioni di residenti (quindi poco meno della metà dell'intera popolazione regionale) su una superficie commisur abile a meno d'un quinto del totale ( 13.595 kmq.), e concentra oltre i due terzi di tutti gli investimenti manifatturieri realizzati nel perio do 1951-58. Al di fuori della conurbazione napoletana solo Salerno e Caserta riescono ad esercitare, su scala ovviamente minore, un effetto polarizzante nei confronti dei territori provinciali; lo stesso va detto, ma in misura ancor più ridotta, per Avellino. Tutte le altre zone perdon o popolazione a favore dei centri dominanti; e il saldo negativo assume aspetti di es1 odo migratorio nei coniuni collinari e montani, specie del Sannio e dell'Irpinia e, in misura. di poco minore, del Matese e d el Cilento. Nell'ambito dell'agglomerazione napoletana, l'effetto polarizzante del capoluogo è n1arcato; Napoli è l'unica gran_de concentrazione delle attività di servizio urbano della regione (al secondo posto è Salerno; tuttavia la sua lontananza da Napoli esclude la possibilità dell'esercizio di una funzione alternativa nei con.fronti del capoluogo regionale). Il po lo di Napoli rappresenta inoltre il solo o il principale « nodo di interscambio fra la regione con il resto del mondo per tutti i tipi di trasporto », onde « è ovvio che la prossimità fisica al capoll,!-ogorisulti dominante 69 BibliotecaGino Bianco

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