Nord e Sud - anno XX - n. 164-165 - ago.-set. 1973

Cronache meridionaliste Napoli. Naturalmente, a una altissima densità nella provincia corrisponde una ancor più alta densità nel capoluogo: quasi 10.000 abitanti per kmq., se consideriamo tutto il territorio comunale, quasi 80.000 abitanti per kmq., se consideriamo solo alcune zone centrali della città: i «quartieri» dove troppe famiglie si addensano nelle case e troppe case si addensano lungo la strada. Ma questi dati riguardano il presente. Per quanto riguarda il prossimo futuro si deve tener conto di quelli forniti da un recente studio della SVIM.EZ: fra 30 anni, sui 2300 kmq. dell'area metropolitana di Napoli, che si estende anche nella provincia di Caserta, è prevedibile una densità media di 26 abitanti per ettaro, contro gli attuali 16: a meno che non si riesca a « modificare profondamente il carattere attuale della crescita metropolitana di Napoli, una crescita che ha luogo soprattutto attraverso l'intensificazione e l'espansione marginale delle aree già urbanizzate ». Occorrono dunque nuovi polmoni per consentire a Napoli di respirare: nella piana del basso Volturno e « nell'area da Avellino alla piana del Sele », dice lo studio della SVIMEZ. Ma occorre anche un impegnativo sforzo di risanamento delle vere e proprie strutture urbane: interventi che restituiscano a Napoli, oltre che la possibilità di respirare, e perciò di sopravvivere, anche la possibilità di arricchirsi in valori metropolitani e di darsi le funzioni che si addicono alla sua «posizione» di metropoli dell'Europa mediterranea. Di qui la necessità - ai fini dell'impostazione e dell'attuazione di questi interventi - di una preliminare intesa fra governo, Regione, Amministrazione comunale: sarebbe veramente l'ultima sciagura se, come è accaduto per Venezia, si dovesse scatenare un conflitto per le competenze fra amministrazione · centrale e amministrazioni locali. Queste, infatti, potranno fare la loro parte più e meglio di quanto finora non l'abbiamo fatta solo se quella si farà carico della sua, che, nel caso, tenuto conto delle dimensioni dei problemi, è molto impegnativa. D'altra parte, per Napoli non è _questione come per Venezia di una legge speciale, ma di saper concertare una serie di soluzioni, coordinabili nel quadro più generale della politica meridionalista e nel quadro più specifico di quello che si è convenuto chiamare il « progetto-pilota » per l'area metropolitana di ,.Napoli. Ora, fra queste soluzioni da concertare, si potrebbero annotare anzitutto quelle ricavabili da una intelligente e tempestiva applicazione della legge sulla casa, con riferimento, anche, se non soprattutto, al risanamento e ai servizi dei ghetti interni alla città e di quelli ai suç>imargini. Ma oltre a queste - ai fini della formulazione di « progetti speciali », coordinabili nel quadro del « progetto-pilota » per l'area metropolitana - ci sono le soluzioni che deb61 BibliotecaGino Bianco

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