Francesco Compagna « Dopo » e non « prima »: ma il « dopo » è arrivato. Troppo tardi? Non è mai troppo tardi, purché, come per Venezia, _anche per Napoli si acquisti la consapevolezza che i suoi problemi non sono risolvibili nell'ambito delle decisioni municipali e neanche nell'ambito dell'autonomia regionale. Napoli ed i suoi dintorni sono stati devastati dalla più sconsiderata speculazione edilizia, favorita e non contrastata dagli amministratori. La condizione del sottosuolo richiede interventi urgenti per evitare nuove frane, nuovi crolli e nuovi lutti. Il golfo è inquinato, e la parte degli scarichi urbani nel determinare questo inquinamento è stata assai più rilevante che non quella delle due industrie di base incriminate dai difensori del paesaggio e dell'ambiente (e che tuttavia potrebbero ampliarsi, come dovrebbero, solo se fossero spostate nella piana del basso Volturno). L'industrializzazione nei settori manufatturieri aveva fatto passi avanti fra il 1960 ed il 1969, ma poi si è fermata. I servizi sono assa~ più insufficienti ed inefficienti di quanto non lo siano in ogni altra città del nostro paese. La disoccupazione e la sottoccupazione infieri-+ scono ancora, e più di quanto non infieriscano in ogni altra area metropolitana d'Europa. Anzi: se di area metropolitana si può parlare, non se ne può parlare con riferimento a valori metropolitani, ma solo con riferimento a densità metropolitane: perché Napoli, dopotutto, è n1eno diversa da Calcutta di quanto non lo sia da Ginevra o da Lione. Già agli inizi del secolo si diceva, per quanto riguarda la città in senso stretto, che se le condizioni di Napoli fossero quelle di Londra, Napoli con la popolazione che ha ora sarebbe 7 volte più estesa (Nitti, Napoli e la questione meridionale, 1903), e certamente, in questi ultimi 7 decenni, mentre la popolazione si è più che raddoppiata, non si è adeguatamente dilatata la superficie della città, « stretta tra le colline e il mare». Comunque, se Napoli risultava già congestionata quando la popolazione era la metà di quella attuale, quando il verde copriva la metà dello spazio oggi coperto tutto dalle case, quando per le case più alte si contava la nietà dei piani che oggi si contano per le case più basse, è facile dedurre che oggi la congestione è diventata insostenibile, fonte di preoccupazioni politiche, sociali, civili che sarebbe grave colpa voler sottovalutare. Ecco qualche dato significativo: la densità della popolazione in, provincia di Napoli è la più alta d'Italia: circa 3 milioni di abitanti vivono su una ristretta fascia di territorio (1171 kmq.); e se confrontiamo la densità della popolazione in provincia di Napoli ed in provincia di Milano (la più alta in Italia dopo Napoli) rileviamo uno scarto sensibilissimo, se è vero che, contro i 960 abitanti per kmq. della provincia di Milano, si contano 2000 abitanti per kmq. in provincia di 60 BibliotecaGino Bianco.
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