Cronache meridionaliste taria e che, almeno in questa fase, la situazione si è modificata in senso sfavorevole al Mezzogiorno. E ciò per motivi che i meridionalisti hanno messo in luce da tempo sulla base delle esperienze che le inflazioni del passato hanno permesso di compiere; questi motivi giova siano qui richiamati, dato che, salvo errore, questo peggioramento in atto della posizione relativa del Mezzogiorno non sembra costituire un problema nella vasta letteratura politica ed economica che l'inflazione va producendo. Vi è ìn primo luogo il fatto che l'inflazione riduce il valore reale della spesa pubblica per il Mezzogiorno, riduce cioè la portata di quello che è ancor oggi il massimo elemento di propulsione dell'economia meridionale. A parità di azione pubblica emerge quindi già oggi una necessità di stanziamenti addizionali - ad es. per dar luogo agli interventi che hanno ispirato la legge 10 ottobre 1971 n. 853 - piuttosto rilevanti. In secondo luogo l'inflazione, in quanto diminuisce il valore reale dei debiti delle ùnprese, si risolve in una accelerazione degli ammortamenti dei loro impianti. La costituzione di nuove imprese ubicabili nel Mezzogiorno ai nuovi prezzi degli immobilizzi, si rende quindi meno conveniente che il rafforzamento delle imprese esistenti. È noto poi che l'inflazione introduce un incentivo ad aumentare la produttività, specie se è possibile finanziare con debiti i relativi investimenti; e ciò perché è del tutto ragionevole che il costo del. lavoro segua l'aumento dei prezzi e quindi che convenga, investendo in impianti, sostituire i maggiori costi del lavoro di domani, con l'ammortamento dei minori costi di impianti acquistati ai meno elevati prez.zi di oggi. L'inflazione in altri termini produce l'effetto di accentuare, finché essa dura, l'attuale · preferenza ad investire per aumentare la produttività, invece che per aumentare i posti di lavoro. In quarto luogo va considerato il fatto che i redditi delle popolazioni del Mezzogiorno sono per una quota minore che nelle altre regioni costituiti da retribuzioni, profitti ed altri redditi, collegati con il livello dei prezzi; l'inflazione provoca quindi una variazione a sfavore del Mezzogiorno nelle proporzioni con cui si riparte tra le regioni il potere di acquisto per consumi del Paese; e questa variazione si · aggiunge all'altra che, indipendentemente dall'inflazione, la ripresa già produce nelle aree industrializzate a motivo dei maggiori profitti, delle nuove assunzioni di personale, del lavoro straordinario. Vi è, poi, il fatto che l'aumento dei prezzi si è verificato finora in misura più rilevante nei generi di prim_a necessità, esso incide quindi inaggionnente sulle regioni povere che su quelle ricche, indipendentemente dal fatto che si verifichi la variazione di cui al punto precedente. 49 BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==