Nord e Sud - anno XX - n. 164-165 - ago.-set. 1973

Cronache meridionaliste sivo, rischia di distruggere tutte le libertà personali e sociali quando venga dotato degli straordinari strumenti che il progresso delle scienze pratiche e delle tecnologie viene creando con un ritmo impressionante e senza fine. Il bilanciamento necessario si ottiene con la più forte spinta pluralistica, con il decentramento massimo di potere alle autonomie locali, col sistema della continua partecipazione delle forze sociali ad ogni livello. · So quali sono le obiezioni: le classi dirigenti locali non sono mature,· non sono preparate; i gruppi politici da poco inseriti al potere, come quello socialista, sono astratti e dispersivi. Ammettiamo che le cose stiano come si dice, non cambia nulla. Per produrre, nella fabbrica, si devono formare operai qualificati e la loro formazione ha un costo elevato: scuola preparatoria, specializzati che, per insegnare) diventano improduttivi nell'immediato, sprechi di materiali, guasti di macchinari e così via. Il costo della formazione di nuove classi dirigenti è elevatissimo, ma inevitabile, se si vogliono cambiare, con la società, lo Stato e il suo indirizzo. Se costa la formazione di una classe dirigente, con senso dello Stato, espressa dal mondo socialista, non c'è da far meraviglia: immaginatevi che cosa è già costata e quanto ancora costerà la formazione di una classe dirigente espressa dal mondo dei cattolici democratici. L'atteggiamento positivo verso le Regioni non può coincidere con la predisposizione di enti, società o agenzie che ne rilevino le competenze, riducendo i rappresentanti regionali a fingere di esistere e che si limitino all'opposizione di qualche firma conclusiva o all'espressione di voti d'accoglimento di quel che da altri è stato deciso, quasi sempre secondo interessi particolari. Noi dobbiamo, invece, disporre strumenti tecnici esecutivi a servizio dell'iniziativa delle Regioni; noi dobbiamo caso mai promuovere per via democratica quella iniziativa, quando venga meno, col dibattito, il risveglio della pubblica opinione. Al fine di riconoscere davvero il ruolo e i compiti delle autonomie regionali, è intanto opportuno far cessare al più presto l'uso di competenze attribuite transitoriamente alla « Cassa » dalle legge 853 in materia di lavori pubblici e opere inerenti all'agricoltura, campi di diretto intervento regionale: i così detti « completamenti » dovranno essere trasferiti alle Regioni. Ritengo del pari necessario instaurare una consultazione permanente con le Regioni per tutti gli indirizzi della politica meridionalistica, in particolare per quanto riguarda la programmazione territoriale con riguardo alle proposte e alle decisioni di nuovi rilevanti insed~amenti industriali. La « Cassa » non può esserei una sopravvissuta appendice operativa dei Ministeri dell'Agricoltura e. dei Lavori Pubblici, essa deve soltanto offrire· alla decisione delle Re45 BibliotecaGino Bianco

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