Nord e Sud - anno XX - n. 164-165 - ago.-set. 1973

Cronache meridionaliste destinati all'area terremotata della Sicilia occidentale. Una parte notevole della pesantezza della Gescal fu da noi eliminata e l'ente è passato dai 70 miliardi di" appalti nel 1970 ai 340 miliardi nel 1972. · Devo però riconoscere che ·quella mia valutazione di ministro del lavoro sulla Gescal, come pessima agenzia, era sbagliata. Non conoscevo la esasperante lentezza con la quale -fluisce il denaro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno. Sembra una trappola infernale congegnata da noi, nordici, per scoraggiare l'industrializzazione nel Sud. Ho sul tavolo elenchi dai quali emerge che industrie per le quali il parere di conformità fu emesso nel 1967 non hanno ancora ottenuto il finanziamento, che, verificata la idoneità del richiedente, dovrebbe quasi essere automatico. Ho avuto in mano l'elenco dei cosiddetti « progetti speciali» deliberati nell'agosto del 1972 e, con sgomento, ho visto in testa a tutti il « progetto » per il porto-canale di Cagliari. La memoria mi ha subito condotto al lontano 1962, quando, dopo uno sciopero generale in Sardegna contro l'inerzia attribuita alle Partecipazioni Statali (ero allora sottosegretario a quel dicastero), avevo concordato con i dirigenti dell'IRI l'immediato avvio proprio di quell'iniziativa: il porto-canale di Cagliari, con idee annesse e connesse di una base per i grandi « containers », eccetera. E che cosa si è fatto, fino al luglio del 1973, per il porto-canale di Cagliari? Un finanziamento di 35 miliardi dei 115 che si dicono occorrenti, mentre un solo metro cubo di terra non è ancora stato rimosso. Realizzabilità si è scritto: 10-15 anni. In un moderno paese industriale - mi sono informato - l'opera richiederebbe 2-3 anni. Quello dei tempi è un problema grosso, sul piano politico e su quello economico. Sul piano politico noi perdiamo ogni credibilità. Sul piano economico, l'arco dei 10 anni o, peggio ancora, dei 25 anni non può interessare soprattutto gli operatori medi e piccoli, l'industria manifatturiera, quella che, sola, può affrontare la questione dell'occupa- . zione. Sono qui per imparare, ma ritengo che siano lunghi e in larga parte sprecati i 18 mesi medi occorrenti per ottenere un « parere di conformità» sulla richiesta dei maggiori investimenti industriali agevolati. Con la svalutazione in atto, si svuota completamente l'incentivo del contributo a fondo perduto (dal· 7 al 12 per cento) e, in ogni circostanza, o i conti sono presentati e accettati con dilatazioni prudenziali (e perciò con sprechi o regali). o devono essere continuamente rifatti. Il credito alle industrie, nelle aree forti viene concesso,, anche quello a medio e lungo termine, nel ciclo di alcune settimane e, al massimo, di qualche mese. Al Sud, con gli istituti specializzati o autorizzati al credito agevolato, passano anni, a causa di negozi non 43 BibliotecaGino Bianco

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