L'Europa nel « bipolarismo positivo» con altra moneta ciò che non ha voluto e non vuol pagare per crearsi un sistema difensivo autonomo. È bene chiarire subito un punto essenziale. Qualsiasi sistema difensivo autonomo, per essere veramente tale, deve essere « europeo », non nazionale. Nessuno degli Stati europei, da solo, ha i mezzi per potersi dotare di un apparato difensivo veramente credibile. Bisogna aggiungere che, per essere « credibile », questo apparato « europeo » dovrebbe dipendere da un'unica autorità politica « europea ». E si ritorna al solito discorso. Può sembrare strano che, in un momento in cui si parla di distensione, di riduzione degli armamenti, eccetera, mentre le due massime potenze mondiali si accordano, sia pure in linea di principio, per ridurre i loro arsenali, si parli di un possibile riarmo « europeo ». Il fatto è che le due superpotenze possono anche permettersi il lusso di attuare un limitato disarmo: hanno arma- . menti in eccesso. Se la riduzione di tali armamenti è bilanciata, la loro sicurezza non viene minimamente compromessa. Anzi, si può dire che viene accresciuta, perché la riduzione dei suoi oneri si traduce in un accrescimento di stabilità economica. Per l'Europa occidentale, invece, il ragionamento è opposto: l'Europa occidentale non ha bisogno di un apparato difensivo sproporzionato; ha semplicemente bisogno di un apparato credibile, idoneo ad assicurarle, senza dover dipendere totalmente dagli altri, una protezione sufficiente. E oggi, mentre si sviluppa il « dialogo » fra le due superpotenze, ne ha bisogno più di ieri. Non per aggredire qualcuno, ma semplicemente per non essere esposta a pressioni - tacite o espresse importa poco - che potrebbero. costringerla, come si è già accennato, a pagare in termini di scambi commerciali, e quindi di sviluppo economico, il prezzo che non vuol pagare per la sua difesa. A parte il fatto che, se essa riuscisse ad attuare un vero coordinamento dei suoi sforzi, quest'ultimo prezzo potrebbe anche non essere eccessivo. Gli avvenimenti europei degli ultimi mesi vanno necessariamente considerati in questo quadro. Bisogna dire subito che i « vertici », le riunioni, gli incontri, eccetera, che si sono succeduti a vari livelli ed in varie sedi in tale periodo, non hanno fatto registrare passi avanti sostanziali: hanno consentito, è vero, ai Nove di assumere in alcuni casi una posizione comune - com'è avvenuto nella prima fase della Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa e nella fase ·preparatoria della Conferenza sulla riduzione delle forze nel Centro-Europa - ma non hanno dato luogo 37 BibliotecaGino Bianco
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