Vittorio Barbati teggiamento degli europei e in particolare dei paesi dell'Europa dei Nove. Ma questo è un discorso da riprendere in seguito. Nell'attuazione della sua << Westpolitik », Breznev si è incontrato con il cancelliere tedesco Brandt, prima di recarsi in America da Nixon, e con il presidente francese Pompidou, dopo aver visto il suo interlocutore americano. Gli obiettivi a breve termine che il leader del PCUS si propone sono abbastanza evidenti. Meno chiari appaiono quelli a lungo termine. Ma, procediamo con ordine! A breve termine, ed anche a medio termine, il vero capo dell'URSS mira a rafforzare la collaborazione politica ed economica con gli Stati Uniti e la collaborazione soprattutto economica con i più forti paesi occidentali. L'Unione Sovietica ha fame di capitali, di tecnologie avanzate, di innovazioni produttive ed organizzative. Per poter soddisfare questa fame non ha praticamente scelte: deve rivolgersi all'Occidente, anche mettendo da parte, almeno ad uso esterno, ogni esasperazione ideologica. Nell'ambito di questa direttrice unica, però, essa può adottare, e lo sta facendo, metodi diversi secondo i .diversi interlocutori. Sotto molti punti di vista, nonostante l'antitesi dei loro sistemi, i russi e gli americani possono parlare lo stesso linguaggio. Entrambi dispongono di arsenali nucleari e convenzionali poderosi, dotati di una potenza che il mondo non aveva mai visto prima, e quindi, sotto questo profilo, entran1bi dispongono _della stessa moneta di scambio: la possibilità di ridurre, sulla base di adeguate garanzie reciproche, le loro forze nei limiti in cui la loro riduzione non compromette l'equilibrio esistente. Se si considera che le due superpotenze, con quello che hanno nei loro arsenali, possono distruggersi varie volte a vicenda (e possono distruggere varie volte il mondo), appare evidente che una riduzione equilibrata di tali forze non ridurrebbe la loro potenza militare ma ridurrebbe considerevolmente i loro oneri. E per i sovietici e per gli americani questo è un obiettivo allettante. Le risorse « risparmiate » potrebbero essere impiegate in altro modo, senza che ne risulti pregiudicata la posizione politicomilitare dei due giganti in campo internazionale. Anche gli scambi economici fra i due colossi possono risentire degli effetti benefici di questo linguaggio comune. In altre parole, l'instaurazione di rapporti politici « speciali », fondati sul mantenimento di un equilibrio nucleare realistico (ossia su arsenali non sproporzionati come quelli attuali), può agevolare l'intensificazione dei rapporti economici fra i due paesi: a parità di condizioni economiche, tali rapporti possono offrire ad entrambi, rispetto ai rap32 BibfiotecaGino Bianco·
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