Nord e Sud - anno XX - n. 164-165 - ago.-set. 1973

L'Europa nel "bipolarismo positivo ,, di Vittorio Barbati Una lunga serie di « vertici », il più importante dei quali ovviamente è stato quello di giugno fra Nixon e Breznev, ha contrassegnato la politica internazionale degli ultimi anni. Poi c'è stata la prima sessione, o la prima fase se si preferisce, della Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Il filo conduttore che ha legato tutti questi avvenimenti è evidente, anche se non sempre sono evidenti tutti i suoi collegamenti. Gli schieramenti internazionali sono in movimento, alla ricerca di nuovi assetti e di nuovi equilibri politici, economici e militari. È chiaro che, in questo momento, si è in presenza di una fase « fluida », caratterizzata da processi non sempre definiti. Si può dire che la situazione mondiale presenti oggi più di un elemento di certezza e parecchie incognite di diverso peso: l'elemento di certezza principale è costituito dal nuovo modus vivendi che si è instaurato fra USA e URSS; l'incognita principale è costituita dall'Europa dei Nove, della quale, oggi, è ben difficile dare una definizione precisa. Ma, procediamo con ordine. Negli ultimi tempi, le due superpotenze hanno trovato più di un terreno d'intesa. Importa fino ad un certo punto sapere se ciò è avvenuto perché hanno dovuto accorgersi che la logica dell'equilibrio di potenza, se non fosse stata contenuta entro certi limiti, avrebbe potuto mettere a terra i loro pur poderosi sistemi economici, o perché hanno constatato la convenienza, o addirittura la necessità, di adottare questo indirizzo, o perché il pragmatismo ha avuto il sopravvento sulle ideologie, o per questi motivi sommati e per altri ancora. Ciò che importa, almeno ai fini del ragionamento che qui si sta facendo, è che hanno trovato parecchi punti di intesa. E che non si tratta di punti marginali. _ · Naturalmente, i risultati del recente « vertice » Nixon-Breznev vanno valutati con attenzione ed anche con cautela. In un quadro complesso come quello che contraddistingue i rapporti fra le due più potenti nazioni del mondo non possono mancare né le luci né le ombre. L'equilibrio ·di potenza continua sempre a condizionare le scelte dei due giganti. E non può essere ~iversamente: nessuno 27 Biblioteca Gino Bianco

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