Nord e Sud - anno XX - n. 164-165 - ago.-set. 1973

Ugo Leone tidiani che direttamente o indirettamente controllano e perché sono in grado di condizionare importanti settori della vita economica del paese, ·come, ad esempio, il settore energetico (il 62 % dei 120 miliardi di kwh prodotti dall'Enel proviene da centrali termoelettriche alimentate da carburanti derivati dal petrolio). Come ridurre questo strapotere? Ci pare ci sia un solo mezzo: , potenziare al massimo l'ente di stato, l'ENI, in modo che tutto H settore della raffinazione e della distribuzione passi, come avviene per l'energia elettrica, sotto il controllo pubblico. Attualmente della capacità di raffinazione installata in Italia il 19,3 % appartiene al gruppo Monti, il 13 % alla Esso, il 10,8 '% all'ENI e altrettanto a Moratti, il 9 °/o alla Montedison, l' 8,8 % alla Shell. Come si vede, la posizione dell'ente di Stato che, per scelta o per costrizione, è l'unico a fare una politica diversa dagli altri, è di assoluta minoranza. Ed è stata proprio questa posizione il motivo per cui particolarmente gravi sono state le ripercussioni delle recenti serrate dei petrolieri contro il mancato aumento del prezzo della benzina, malgrado l'ENI continuasse, attraverso l'AGIP, ad assicurare il rifornimento di carburante. È chiaro che se l'ENI controllasse, poniamo, il 40 % anzicché il 10,8 % della attività di raffinazione le richieste dei petrolieri non assu .. merebbero l'inequivocabile aspetto di ricatto che oggi, invece, le caratterizza. Ma quali sono queste richieste? _ Sono facilmente riassumibili in quanto dichiarò qualche mese fa (il 6 giugno) Nicola Pignatelli, presidente della Gulf Italiana. Egli affermò che se il governo si fosse rifiutato di esaminare il problema dei prezzi, la mancanza della benzina, del gasolio, e del combustibile si sarebbe fatta sentire a breve scadenza. Come puntualmente è stato. Perché i petrolieri chiedono al governo di « esaminare il problema del prezzo della benzina », che .è poi un eufemismo che sta per «aumentare» il prezzo della benzina? Perché non ce la fanno più. Il prezzo del greggio è aumentato, il dollaro si è svalutato e se tre anni fa si pagava il greggio medioorientale un dol1aro e trenta a barile oggi si paga sino a quattro dollari. Perciò una tonnellata di petrolio che qualche anno fa costava in Italia 12.000 lire oggi supera le 16.000 lire. Dunque il governo deve tener conto delle mutate condizioni di mercato in seguito alle quali le possibilità economiche dei petrolieri sono al limite, anzi, come dicono annualmente i bilanci· aziendali, al di sotto del limite: in deficit. Se poi il governo vo24 BibHotecaGino Bianco

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