Mirella Galdenzi Capobianc)O partenenza di Gadda alla cultura novecentesca, introducendolo nel circolo Europeo dell'avanguardia storica. C'è nella decisione di Gadda di utilizzare la forza eversiva della scrittura come capacità algoritmica di penetrare l'assurdo delle convenzioni e delle leggi che regolano il sociale, la « nozione comunemente accettata dai pochi e dai molti», l'esercizio programmatico di una funzione ribelle. Gadda griderà al suo mondo le deformità, l'orrore, le colpe, la violenza e la sopraffazione che costituiscono la realtà, e tanto più rabbiosa sarà la sua scrittura quanto più le mistificazioni della società borghese avranno costruito un involucro protettivo e rassicurante di tiepidi inganni da prop'o,rre, contro ogni credilibità, alla stolidità sostanziale delle sue creature. Introducenào la deformazione, come legge istitutiva della pagina, Gadda mette a nudo le cose: rotta la superficie liscia e rassicurante del linguaggio; ne risulta sconvolta l'ipotesi sociale a confronto con la nudità dell'esistenza, in cui il grottesco, l'orrore, il dolore costituiscono l'oltraggio e la legge dell'esperienza. In questo senso, pur richamandosi ad una ideologia genericamente restaurativa, di fatto nichilistica, Gadda propone i dati più sconvolgenti, e più certamente rivoluzionari, di approccio al mondo borghese conten:;iporaneo 27 • La passione etica si traduce in furore moralistico di fronte all'esperienza, traducendosi in una scrittura che diviene l'espressione esemplare di una coscienza infelice: la voce minoritaria di chi non riuscendo a riconoscersi nella struttura borghese nazionale, si approssima ai confini delle grandi unità culturali mondiali prive di potere politico culturale, assumendo una idealità di totalità e di ribelle disintegrazione. In questa chiave le esplosioni del < 1. libro » gaddiano acquistano un profilo organico. Alla storia contrappone la natura, la storia è il mondo dello scacco e della finzione, la natura il mondo del dolore e del prezzo crudele della vita. La cognizione della legge dell'esistenza, dolorosa sino ai limiti dell'assurdo, si libera lungo il percorso di una coscienza · che patisce gli inganni e gli insulti di una realtà che gli viene proposta dagli idola della tribù umana come sistema rassicurante. Sotto il peso della sopraffazione e dell'inganno la scrittura di Gadda esplode, diviene contraffàzione, deformazione, plurilinguismo, adotta l'idioletto e l'introduce nell'aulicismo, propone una sorta di filologia alla rovescia, crea il « pastiche »: né diversamente, nel tono, è lirico, ma accanto a l'epico, sperimenta l'alto, rimanda all'umile: lo scrittore continuamente rinvia il racconto ad un'ideale traduzione della realtà, dove la contraffazione e la deformazione, non rappresentano strumenti introdottivi dall'esterno, n1a le modalità stesse dell'esperienza e della esistenza. La guerra e la n1orte, l'angoscia e la solitudine, all'estremo opposto_ la continuità perenne della vita, delle genti, delle 27 Vedi P. Dellamano: « La lezione di Gadda », Paese Sera 25 maggio 73 e V. Spinazzola, L'Unità, 23 maggio 1973. 254 BibliotecaGino Bianco·
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