Nord e Sud - anno XX - n. 164-165 - ago.-set. 1973

Mirella Galdenzi Capobianco ma la motivazione essenzialmente moralistica e satirica della scrittura gaddiana, la sua genesi impegnata e non ludica: essa non nasce dall'induzione di una ipotesi intellettualistica di dissolvimento delle forme, ma dai moti di un sentimento offeso e umiliato, che crea un campo di tensioni in cui si genera di volta in volta un processo di esplosione o di riduzione, sotto il peso di sollecitazioni diverse. Nell'Adalgisa (esce a Firenze nel 1944, la composizione va dal '30 al '40) lo scrittore è assorbito da una intensa capacità descrittiva del microcosmo borghese lombardo:· il biotipo cellulare di uno spaccato sociale subalterno è tutto riassunto nei caratteri di questa popolana che esplora una realtà sociale e borghese, denunciandone d'istinto la scarsa credibilità dei costumi, dei rituali, a cui non corrisponde nessuna reale forma di potere, né alcuna plausibile alterna di valori. Noi siamo nell'ambito del rapporto naturalistico - ascesa e caduta sociale del protagonista - e neppure nel disegno dettagliato del bozzetto: nell'Adalgisa è il tracciarsi di una maglia di lettura che chiarisce attraverso i realistici rancori e i piccoli interessi di una realtà di grado medio, la sostanziale stolidità dalle retoriche borghesi; una borghesia gretta, piccina, sospettosa, storicamente impotente, smascherata di colpo .dalla sanità fondamentale di una mentalità istintiva che ne cancella le illanguidite parvenze. È la natura, attraverso la vitalità degli appetiti della stessa Adalgisa: « Ella era una donna di popolo: sana e buona e con la lingua spiccia e in ' vestaglia ' casalinga avrebbe fatto la gioia, dato il colore un po' stinto di quell'addobbo d'alcuno de' nostri più · esperimentati contenutisti... » che si fa beffa degli inutili orpelli dell'umano consorzio, non per volontà iconoclasta, ma per immediata e realistica contrapposizione di 1nodi d'essere. Nel diagram.ma in cui si dispone la società borghese, lo scrittore opera un intervento squisitamente strutturale: qui non si affida alla teores.i, sebbene alla fenorr1enologia: è appunto, nei ritratti e nei racconti, la circostanza che lo interessa, che realizza il personaggio, e ne stabilisce la qualità, quel « quid più vero più sottilmente operante che si nasconde dietro il fenomeno » 22 che lo scrittore, in una jntervista sul neo-realismo, dichiarerà essere la sollecitazione profonda dello scrittore e del narrare. In apertura a La Cognizione del Dolore 23 , lo specimen privilegiato dell'ininterrotto libro gaddiano, lo scrittore formula con sufficiente credibilità le motivazioni fondamentali che prevedono la violenza eterodossa della sua scrittura, sottoli21 Cfr. L'Adalgisa, in / sogni e la folgore, cit., p. 544. 22 In Inchiesta sul Neorealismo, a cura di Carlo Bo, ed. Radio Italiana, Roma 1951, p. 51. 23 La stesura de La cognizione del dolore è del '36, subito dopo la morte della madre. Il romanzo esce a puntate dal '38, sulla rivista «Letteratura». Verrà raccolto in volume dall'editore Einaudi nel '63, che solo nel '70, ne offrirà un'edizione arricchita degli ultimi due tratti, e delle note costruttive. 252 BibliotecaGino Bianco·

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