Letteratura sce la fragile aggregazione dei casi e delle situazioni alla loro casualità inesistente. L'affermazione programmatica di apertura: « Tendo ad una brutale deformazione dei temi che il destino si è creduto di proponermi come formate cose ed obbietti: come paragrafi immoti della sapiente sua legge » 17 rivela nel corso ddla pagina la sua ragione. Nelle pagine del racconto d'apertura lo scrittore annota: « Non sono stato un Remarque e nemn1eno un Comisso. Ammiro questi, ammiro molti altri scrittori, e riconosco nelle mie notazione de bello alcuna simiglianza or con l'una or con l'altra delle efficacissime loro ... e allora anch'io, come tutti, son disceso con la sensazione e con il pensiero, cioè col corpo e con l'anima ai fatti perentori e banali della vita di guerra: e alla brutale immediatezza di questi fatti ho riconosciuto valore di causa, da poi che . a volte essi vennero motivando tutta una serie di altri fatti bruti e reali, prima ancora che la volontà e la ragione potessero » 18. In questa chiave le prose de Il Castello di Udine non costituiscono SO'. lo la prima grande prova narrativa dello scrittore, ma il compirsi delle ,e ragioni o irragioni » di una scrittura che si libera sulla landa deserta di una real_tà, improvvisamente ap-. parsa nella sua mostruosità operante. Nel deliberato rifiuto di ogni cedimento umanitario nei confronti degli orrori della guerra non è leggi17 In Il Ca~tello di Udine, cit., p. 119. bile solo il tracciato di una ideologia restaurativa, bensì l'identificazione di una condizione profonda di degradazione che investe come condanna ontologica i limiti dell'umano 19 • Giorgio Barberi Squarotti, legge appunto nelle prose de Il Castello di Udine il cristallizzarsi di una relazione fondamentale nell'ottica gaddiana fra la constatazione della violenza, presente nel reale e l'assurdità risibile del sociale dove: « la rivelazione dolorosa dell'evento appreso al di fuori di tutte le costanti della tradizione letteraria della convenzione borghese o rivoluzionaria, spaccato, nel suo nocciolo tragico di morte e di violenza sulla natura, sulle dimensioni sull'ottica· consueta del mondo» 20 genera la rabbia gaddiana, presta ragioni a una scrittura concepita come strumento di esplosione o rottura della superficie convenzionale del mondo e del rituale rassicurante del sociale borghese, in una polemica che si dirige naturalmente verso quella classe, che, avendolo generato, continua ad ignorare lo sfacelo e la morte del viYente. Scrittore nella storia, dunque, ma che nella storia e negli uomini non intravede luce e salvezza. A distanza di circa dieci anni la pubblicazione dell'Adalgisa (i dieci disegni milanesi possono essere considerati come altrettanti capitoli di una emblematica « storia » milane .. se a· cui lo scrittore tende), confer18 In Il Castello di Udine, cit., pp. 136-137. 19 Vedi l'analisi dell'avanguardia storica in G. Lukacs, Il significato attuale del realismo critico, Einaudi, Torino 1957. 20 Cfr. G. Barberi Squarotti: La narrativa italiana del dopoguerra, Cappelli, Milano 1968, p. 45. 251 BibliotecaGino Bianco
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