Letteratura n1idiata, segnata dall'assenza di strumenti concettuali adeguati per comprendere una realtà non racchiusa negli schemi manchevoli dell'addestramento ricevuto: quella per cui i Don Ferrante, « gli intellettuali che guidano l'opinione » 12 hanno posto nei loro scaffali per il Principe di Macchiavelli, ma non per il Saggiatore di Galilei. Alla stagione solariana di Gadda appartiene la progressiva presa di coscienza delle ragioni critiche e narrative, che sono alle spalle del dissenso degli scrittori negli anni '30: la posizione d Gadda nei confronti della tradizione coincide in questo senso con quella di un Elio Vittorini (si ricordi « Maestri cercando ») con l'intelligenza spregiudicata e libertina di un Giacomo De Benedetti. Come, d'altra parte, nel suo rifiuto della dimensione provinciale della letteratura italiana convergono le suggestioni di quella cultura lombarda in cui lo scrittore si è forn1ato sin dalle sue radici illuministiche verso l'Europa, ed una formazione disciplinare filosofica e scientifica che sancisce l'assoluta originalità della presenza gaddiana nel processo di formazione tradizionale dell'intellettuale italiano: un modo di comportamento culturale insomma che finirà col definire per sempre la dialettica del Gadda degli anni più maturi. All'inizio degli anni '30 l'attenzione gaddiana tende a chiarire, attraverso la pagina, una dimensione consapevolmente critica: non è ancora rabbia né ancora pastiche. Ma è già gesto-scrittura liberatorio, dove alla scrittura ·è affidato il compito di riassumere le contrastanti tensioni che si sviluppano a contatto dell'uomo e della storia. A questi anni appartengono i primi validi esperimenti narrativi, dai racconti, a la Meccanica (nel '28-'29) a Novella Seconda (nel '28), alle tre raccolte 13 opportunamente unite in un solo volume dall'editore Einaudj: / sogni e la folgore. Nelle edizioni di Solarla (nel '31) esce la prima organica prova narrativa con La Madonna dei Flosofi. Il motivo autobiografico, che è filtrato qui attraverso un tono medio, trova una sua precipitazione paradossale nelle disavventure e nella sospettosa nevrosi del protagonista del racconto da cui prende il titolo il volume. La storia dell'incontro di un gentile personaggio femrninil~ Maria Ripamonti, sopravvissuta al suo amore perduto in guerra, in una ,< spettrale» volontaria solitudine, e l'ingegner Baronfo, diviso fra le ragioni della prassi e quella della teoresi, opponendo alle contraddizioni della realtà la sua personale rivolta filosofica, è ricondotta al suo epilogq tragicomico, dalla ragione prima degli alienati filosofemi del protagonista. « L'ingegner Baronfo era titolare di una floridissima azienda di rappresentanzè, ereditata dal padre, e da lui figlio molto onorevolmente gestita negli a~ni che si soglion chiamare cala12 In C. E. Gadda: Apologia Manzoniana, in Antologia di Solaria, a cura di Enzo Siciliano, Lerici, Milano 1958. 13 J sogni e la folgore, Einaudi, Torino 1955 comprende: La Madonna dei filosofi, il Castello di Udine, e l'Adalgisa. 249 BibliotecaGino Bianco
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