Mirella G.aldenzi Capobianco della florida ed industriale Milano del primo 900 raccoglie gli aspetti più beffardi e derisori: il mestiere di vivere è nutrito dall'inganno dei sensi e delle convenzioni, il codice sociale e quello affettivo concorrono a definire gli strumenti di un medesimo scacco esistenziale: « Perduto nei sogni dell'infanzia: o dissanguato dalla noia o dimenticato dallo sguardo di Dio: inetto a vivere, nonché a comprendere, la piattitudine del rituale cotidiano: a fronteggiare la millenaria malizia» (Come lavoro, 1949, VM22). Nel nucleo di queste contraddizioni, nasce la vena satirico-sociale, si operano le scelte culturali individuali, si delinea quel retroterra intellettuale 4 che si chiama Manzoni, Ariosto, Cervantes, Shakespeare, i philosophes dell'Enciclopedia, i classici, ma anche Kant, Bergson, e attraverso la lezione del positivismo europeo i matematici, i biologi, gli psicologi che nell'Europa del XIX secolo hanno fondato la nuova definizione dell'uomo s. Il caso Gadda, la critica militante avvertì immediatamente la presenza di un caso letterario, alle spalle dell'esperienza solariana, è rico- ~truibile attraverso il documento biografico più autentico ed immediato: i Diari di guerra e di prigionia, che l'editore Sansoni pubblicherà solamente nel 1955. La contraddizione personale e quella della sua generazione, sono qui già compiutamente tracciate: alle motivazioni della storia si- sovrappongono, fino a cancellarle, quelle di una personalità certamente patologica, ma di una patologia che non lascia ombre sul complicato meccanismo della nevrosi, o sul delirio dei miti personali elaborati, fino a coincidere con la crudeltà dell'intelligenza: « Il cosiddetto uomo normale è un groppo, o gomitolo, o groviglio o garbuglio, di indecifrate (da lui medesimo) nevrosi, talmente incavestrate (enchevetrées) talmente inscatolate (emboìtées) le une dentro le altre, da dar coàgulo finalmente d'un ciottolo, d'un cervello infrangibile: sasso-cervello o sasso-idolo: documento probante, il migliore si possa avere, dell'esistenza della normalità: da fornire a' miei babbioni ottimisti, idolatri della norma, tutte le conferme e tutte le consola- •zioni di cui vanno in cerca, non una tralasciata» («Come lavoro» 1949)6. Il male dello scrittore, è quello di aver vissuto con lucidità duplice ed impietosa, da spettatore e da protagonista,· l'irresponsabilità borghese dei primi decenni del secolo, rifiutando ogni possibile forma di assoluzione per sé e per chi lo circonda. La guerra del '15 lo vede interventista, Gadda ha 22 anni e non ha compiuto ancora quegli studi di ingegneria che, agli occhi della madre avrebbero dovuto assicurargli l'inserimento nella stabile e florida produttiva alta borghesia di Milano: interventista quindi, ma di un inten,entismo che piuttosto che offrire legami con il nazionalismo patriottardo, denuncia la sua parentela col mito decadente dell'agoni4 Vedi C. Emilio Gadda: « Intervista al microfono» 1951 ora in / viagg-1-la morte; Garzanti, Milano, pp. 109-12. 5 Vedi G. C. Roscioni: « La disannonia prestabilita», Einaudi, Torino 1969. 6 In C. R. Gadda come lavoro I viaggi la morte, cit., p. 23. 246 BibliotecaGino Bianco
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