Scelba e Saragat al Governo tieri di lavoro, revisione delle norme sull'apprendistato, estensione delle misure di assistenza) ma costa 70 miliardi. « È troppo», gli dice bruscamente Scelba e lo costringe ad apportarvi ampi tagli. Romita (PSDI, lavori pubblici) chiede invano 120 miliardi per costruire, in sei anni, 5 milioni e mezzo di vani. Per fabbricare nuove aule (occorrono 5 miliardi) il Governo pensa di aumentare le tasse scolastiche. Per dare aumenti agli statali, si ricorre a nuovi aggravi fiscali di 22 miliardi. Per. finanziare le piccole e medie industrie, si contrae un prestito di 100 milioni di franchi con la Svizzera. L'America, intanto, manda aiuti per altri 20 milioni di dollari. Altri aiuti, commenta il Dipartimento di Stato, saranno necessari, ed in forma maggiore, se si vuole dare un minimo di credibilità alle previsioni di sviluppo economico contenuto nel « Piano Vanoni». Alle oggettive difficoltà economiche, si aggiunse una paurosa caduta di moralità nella vita pubblica. Per tutta la sua durata, l'attività del Governo fu travagliata e intralciata dagli sviluppi del « caso Montesi » che rivelò un torbido retroscena di con1plicità e collusioni tra le più alte sfere dello Stato e affaristi spregiudicati, legami profondi tra ambienti politici e amministrativi e centri di malcostume e corruzione. L'inchiesta giudiziaria partì dalla ricerca dell'assissino di Wilma Montesi, ma dovette essere allargata ai traffici di droga e alle grandi evasioni fiscali. « Sta scendendo la sera sulla pubblica morale» commenta desolato l'Osservatore Romano. Le ripercussioni sul Governo furono immediate e gravi. Nello « scandalo Montesi » erano coinvolti, tra gli altri, il figlio del ministro degli Esteri Piero Piccioni, il marchese di San Bartolomeo Ugo Montagna, amico dei maggiori esponenti democristiani, capo di un traffico di stupefacenti, spia dell'Ovra e èonfidente della Questura di Roma. Compromessi, in varia misura, sono pure il vice segretario della DC Spataro e Giorgio Tupini, figlio del ministro per la Riforma burocra- ~ica. Le opposizioni di sinistra sfruttano lo scandalo, che si allarga a macchia d'olio, per gettare discredito sul Governo. « È venuto il momento, dice Nenni, di bere o affogare, di fare piazza pulita o di avere a rispondere duramente di una abominevole rilassatezza del costume morale e politico che non può durare ». Bisogna cacciare i disonesti e i ladri dalle « sommità governative », aggiunge Togliatti. Socialdemocratici e repubblicani chiedono una rigorosa campagna di moralizzazione. Il Governo_ è costretto a correre ai ripari per evitare che « il cadavere di una ragazza - come ~ommentano sarcasticamente i giornali francesi - gli scavi la fossa». Comincia ad operare su tre piani: sanzioni immediate, inchiesta tributaria, indagine amministrativa. I~ 12 marzo 1954, dopo un drammatico colloquio con Scelba, che secondo 209 Biblioteca Gino Bianco
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