Nord e Sud - anno XX - n. 164-165 - ago.-set. 1973

Giacomo Corna Pellegrini regioni centrali e soprattutto nel Sud è ormai 1egata nella esclusione pressoché totale di queste regioni dal meccanismo autopropulsivo postosi in atto nell'Italia nord-occidentale, ove le « economie esterne » sono divenute di tale importanza, rispetto ad ogni altra zona, da pregiudicare negativamente qualunque diversa scelta localizzativa » 99 • D'ora in avanti quasi nessun impianto industriale di qualche importanza riuscirà a localizzarsi altrove senza particolari provvidenze governative (come alcuni decenni dopo a Marghera, a Livorno e in pochi altri casi) 100• Nella separazione dicotoma dell'economia e della società ita99 A differenza di quanto accade per i periodi precedenti, qualche considerazione sintetica circa la localizzazione delle attività industriali negli ultimi decenni del secolo può giovarsi di elen1enti quantitativi sufficientemente attendibili. Essi riguardano i grandi aggregati Nord, Centro e Sud. Una ricostruzione più analitica per singole regioni è possibile soltanto al 1911. Vedasi l'elaborazione di R. S. Eckaus, Il divario Nord-Sud nei primi decenni dell'Unità, in La formazione dell'Italia industriale, cit., pp. 127 e 128, tratta dai dati di V. Ellena, La statistica di alcune industrie italiane, in « Annali di Statistica », serie II, vol. XIII, p. 35; Direzione Generale della Statistica, Statistica industriale, parte U, Roma 1905, pp. 394 e 397; Id., Annuario statistico italiano, Roma 1913, pp. 154 e 155. Le cifre disponibili sembrano, ad una prima lettura, confermare solo in parte le considerazioni svolte. In effetti l'occupazione industriale e la stessa potenza motrice installata, dal 1887 al 1911, mostrano un andamento lievemente favorevole all'industria meridionale. Qualche cautela, in questa diagnosi, offrono i dati della SVIMEZ, Statistiche del Mezzogiorno (1861-1953), Roma 1954, pp. 39-49; i quali mostrano sensibili miglioramenti percentuali della popolazione attiva industriale al Nord e al Centro, con declino di quella meridionale tra il 1861 e il 1911. Ma un esame più analitico, ad esempio, dei dati relativi al 1911 rivela chiaramente che ancora a quell'epoca, sotto la voce « imprese industriali» risultavano censite attività che ben poco avevano a che fare con le tecnologie industriali vere e proprie, quali si erano affermate già da tempo nel Centro-Europa. La percentuale delle imprese facenti uso di motori meccanici era ancora soltanto del 21,41%; essa era, comunque, nelle regioni nord occidentali (31,95), doppia di quella del resto d'Italia (16,38). L'incren1ento della meccanizzazione, le possibilità di aumento della produttività e l'accu1nulazione accelerata del capitale industriale avevano dunque già nettamente separato il « triangolo industriale» dalle altre regioni del Paese (L. Cafagna, op. cit., pp. 720 e 721; elaborazione dal Censimento degli opifici ed imprese industriali (1911) ). Conferma più analitica a questa affermazione viene dagli indici di elettrificazione (sempre elaborato dal Cafagna) per le singole regioni, al 1911. Ben più dei generici coefficienti d1 meccanizzazione, essi rivelano che nelle regioni nord-occidentali le novità della moderna tecnologia energetica si erano già affermate in misura nettamente preponderante rispetto a tutto il resto del Paese. In ogni caso, sia per distribuzione della « potenza al consumo nelle imprese censite», sia quanto a persone occupate nelle stesse, le tre regioni nord-occidentali equivalevano quasi da sole, a tutte le altre assommate. IOO Le condizioni di nascita e sviluppo di Marghera sono descritte da: C. l\1uscarà, La zona industriale di Porto Marghera, in « Atti del XIX Congresso Geografico Italiano », Como 1965, vol. II, p. 446; quelle della « zona industriale di Livorno » da M. Pinna, Il progetto per la zona industriale Livorno-Pisa e i suoi presupposti geografico-economici, in « Atti del XIX Congresso Geografico ecc.», cit., vol. II, pp. 515; il caso della « zona industriale apuana» in: L. Pedreschi, La zona industriale apuana, in « Atti del XIX Congresso geografico ecc. », cit., vol. II, pp. 503 ss. 206 BibliotecaGino Bianco

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