Documenti Oltre alla politica doganale altre misure politiche di carattere particolare a favore dell'industria« furono intese a vantaggio di singoli settori industriali ritenuti particolarmente importanti per il Paese, sia dal punto di vista militare che da quello civile: concessione in esclusiva all'industria nazionale di base di forniture per ferrovie - verge, locomotive e carri -; nonché commesse per l'esercito e la marina da guerra - armi e navi-; e concessione di premi di costruzione e di navigazione a pro dell'industria armatoriale e cantieristica» 89 • In questi casi la localizzazione dello sviluppo industriale segue regole spesso imprevedibili e si concentra in stin1oli alla concentrazione tecnico-economica e territoriale. Al vantaggio per i singoli gruppi industriali protetti, si contrapponeva, evidentemente, il generale aggravio dei costi che, sommandosi alla guerra doganale con la Francia ed alla ricordata pesante crisi agricola generale, doveva condurre intorno al 1890 alla peggiore delle crisi economiche conosciute dal Paese. Di ciò danno precisa conferma i massicci fenomeni migratori verso l'estero 90 • Queste difficoltà vengono però superate gradualmente dall'industria italiana, anche grazie ad un rinnovato interessamento degli operatori d'oltralpe per le opportunità d'investimenti industriali nel nostro Paese. Nel clima della ripresa, sorgono, nel 1894, la Banca Commerciale ed il Credito Italiano, mediante una notevole partecipazione di capitale estero bresciana, costituita di piccole aziende, riesce a trarre un impulso, proporzionale all'antico ruolo, da un mercato che chiedeva grosse forniture. Nella Valcamonica la produzione di ferro addirittura si riduce e vedian10 che a quella temporanea bufera resistono soltanto due forni» (rispetto ai 72 che si contavano all'unità d'Italia) (R. Simoncelli, La Valcamonica: le condizioni geografiche e le vicende storiche dell'economia del ferro, in « Notiziario ·di Geografia economica», numero speciale, Scritti in onore di Ferdinando Milone, Roma 1971, p. 256). Il combinarsi dei fattori naturali con quelli finanziari e quelli della politica doganale nello sviluppo siderurgico è ben sintetizzato in: R. Romeo, La rivoluzione industriale dell'età giolittiana, in La formazione dell'Italia industriale, a cura di A. Caracciolo, Bari 1963, p. 172. Un più vasto quadro territoriale in: C. Carozzi - A. Mioni, op. cit., p. 175 con cartogrammi a pp. 176-177.Vedasi anche: S. Merli, op. cit., pp. 63 ss. 89 A. Sapori, L'industria e il problema del carbone ... cit., p. 267. 90 La crisi manifesta rapidamente un carattere generale: dall'edilizia, ove i tracolli sono più vistosi e coinvolgono fiorenti istituzioni bancarie, all'agricoltura i cui prezzi, già calanti da tempo precipitano paurosamente, alle ferrovie, i cui in- · vestimenti si contraggono in modo netto, alla stessa industria che non può ancora contare su un mercato estero e che vede quello interno in fase di accentuata diminuzione del proprio potere d'acquisto. 1\1:assiccia conseguenza di tutto ciò il fenomeno emigratorio, che appare improvvisamente in· tutta la sua preoccupante dimensione (più di 200 mila emigrati nel solo 1888 e poi ancora nel 1891). Complessivamente almeno 1 milione di Italiani emigrano dal Paese tra il 1882 e il 1892. La crisi raggiunge il suo culmine nel 1893 col crollo dei due maggiori istituti di credito di quel periodo: il Credito Mobiliare e la Banca Generale. Essi avevano la duplice fisionomia di banche commerciali e di istituti finanziari e possedevano inte203 BibliotecaGino Bianco
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