Nord e Sud - anno XX - n. 164-165 - ago.-set. 1973

Documenti Le pressioni sempre più forti in tal senso 80 sboccano infatti nelle nuove tariffe doganali del 1878 e in quelle famose dell'aprile 1887, ben più dure delle precedenti, decise a conclusione di due lunghe inchieste. I nuovi dazi all'importazione, subito contrapposti a nuovi dazi esteri, creavano una situazione di netto vantaggio per l'industria 81 e per la produzione granaria a scapito degli altri settori dell'agricoltura, che precedentemente deteneva solidi mercati di sbocco, specialmente in Francia 82 ._ Così era capovolto l'equilibrio preesistente, che nella politica di libero commercio aveva visto favorita la produzione agricola a quella ancora debole dell'industria 83 • Con ciò accadeva altresì che il Nord, più industrializzato, venisse favorito, mentre il Sud restava duramente colpito nelle sue vendite agricole all'estero (ad esempio i vini da taglio), risultano altresì maggiorventennio unitario sono poste in luce da: G. Origgi, L'inchiesta industriale come documento per l'analisi dell'impresa, in Autori Vari, L'imprenditorialità italiana dopo l'Unità, cit., pp. 57 ss. « .. .l'esistenza dell'inchiesta stessa lo prova, non si aveva ancora un'idea precisa (negli anni '70 n.d.r.) o comunque univoca di quale avrebbe dovuto essere il comportamento dì organi pubblici o privati per favorire il processo di industrializzazione». Cfr. anche: R. Prodi, Il p;·otezionisnio nella politica e nell'industria italiana dall'unificazione al 1887, in « Nuova rivista storica», n. 5-6, 1965 e n. 1-2, 1966. Un'operazione di carattere protezionista, pur dettata da esigenze diverse, può altresì essere considerata l'introduzione del corso forzoso, nel 1886 « per il freno ch'esso ha posto ai prestiti esteri ed al1e importazioni e per l(incoraggiamento ch'esso ha dato alle esportazioni». (G. Luzzatto, Storia economica, op. cit., pp. 391-392) in un periodo in cui il costo del lavoro restava sostanzialmente inalterato da vicende siffatte. R. Luraghi, Problemi economici dell'Italia unita ( 18611918), in Nuove questioni di storia etc. op. cit., Vol. 2, p. 395. 80 Un interessante quadro delle polemiche tra i sostenitori delle opposte tesi in materia di politica doganale è offerta da: G. ARE, Alla ricerca di una filosofia dell'industrializzazione nella cultura economica e nei programmi politici in Italia dall'Unità alla prima guerra mondiale, in Autori Vari, L'imprenditorialità italiana dopo l'Unità, cit., pp. 41 ss. 81 Molti specifici episodi confermano il ruolo decisivo svolto dalle tariffe protezionistiche del 1887 nell'avvio o nello sviluppo di attività industriali. Così il Barbieri per l'industria tessile di Prato: « Il divieto di importazione di tessuti per proteggere l'industria nazionale fu il motivo che portò alla creazione, con capitale straniero, di un importante stabilimento, il cosiddetto fabbricone »; precedentemente la concorrenza straniera aveva determinato una lunga crisi protrattasi « fino all'ultimo decennio del XIX secolo, quando disposizioni protezionistiche sull'importazione riaprirono qualche possibilità sui mercati interni» (G. Barbieri, Prato e la sua industria tessile, in Studi geografici sulla Toscana, Firenze 1957, pp. 14 e 16). A sua volta il Gribaudi ricorda che « all'ombra delle tariffe protettive del 1887 è · nata ... in Italia la grande industria cotoniera (D.· Gribaudi, in C.N.R., La localizzazione ... op. cit., p. 79). Il che è forse eccessivo giacché solide basi a questo settore erano già state poste in precedenza e la stessa crisi sopravvenuta negli anni '60 era in fase di superamento nei primi degli anni' '70 (B. Caizzi, Storia dell'industria Italiana, op·. cit., p. 279). 82 A. Gerschenkron, Osservazioni sul saggio di sviluppo industriale dell'Italia (1881-1913), in « Moneta e credito», IX, 1956, pp. 50 ss. 8 3 Tipico di questa politica era stato il trattato commerciale italo-francese del 1863 (L. Izzo, op. cit., pp. 200 ss.). 201 BibliotecaGino Bianco -

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