Documenti una difesa doganale ed i seguaci del libero scambio, tra chi pretendeva difendere l'una e chi l'altra produzione nazionale. L'industria del Meridione, in questo periodo, attraversa difficoltà particolarmente gravi 66 • Settore ancora poco rilevante di fronte a quello agricolo e commerciale, insieme a tutta l'economia della zona, viene duramente colpito dalla nuova realtà politica unitaria. L'unificazione, anzitutto, nuoce al Meridione e a quelle altre città italiane che erano state favorite c_lallapresenza delle corti e amministrazioni dei singoli Stati. Con esse si perdono molti servizi pubblici, appalti e cariche burocratiche che in precedenza avevano creato una seppur artificiale prosperità. In secondo luogo, il governo unitario trasferisce a tutta la penisola il sistema fiscale piemontese assai oneroso. Inoltre, il sistema doganale dello Stato sardo viene esteso, sotto l'influenza della scuola economica liberista, alle altre zone della penisola. Nonostante le riserve espresse in proposito si può affermare che nel complesso l'unificazione politica giovò allora più al Nord che al Sud 67 • La tesi di taluno è che « gli effetti del sistema doganale sulle varie parti del Paese non furono uniformi, ma vanno rilevati alcuni fattori che ebbero una funzione equilibratrice. Può darsi che l'industria meridionale sia stata danneggiata quando si trovò esposta alla concorrenza settentrionale ed estera con la sostituzione delle più basse tariffe piemontesi all'indomani dell'unificazione; tuttavia l'industria meridionale non era grossa, e implicito è nell'argomentazione il riconoscimento che essa era relativamente inefficiente. L'agricoltura del Mezzogiorno fu probabilmente stimolata immediatamente dopo l'unificazione dal più libero accesso ai mercati del Nord. I più bassi dazi sui prodotti manufatti debbono aver favorito i settori non manifatturieri » 68 • 66 Le commesse del governo borbonico nel periodo preunitario e l'abolizione della protezione doganale dalla concorrenza del Nord, al momento dell'unificazione nazionale, sono ricordate dal Formica quali fattori decisivi alla localizzazione, sviluppo e decadenza dell'industria tessile di Piedimonte d'Alife che l'imprenditore svizzero Giacomo Egg aveva costituito ·all'inizio del secolo (C. Formica, I nuclei industriali dell'appennino campano, in « Atti del XIX Congresso Geografico» ecc., cit., p. 647). Gli stessi fattori vengono ricordati come importanti nelle vicende di molte altre industrie locali. Il rapido declino dell'apparato industriale messinese, « uno dei più cospicui dell'isola sino alla prima metà del secolo XIX», in conse- · guenza dell'unificazione nazionale è ricordato da:· M. T. Alleruzzo - Di Maggio, Le attività industriali nella regione peloritana, Genova 1968, p. 8. 67 B. Caizzi, Storia dell'industria italiana, op. cit., pp. 259 ss. Vedasi anche: F. Milone, Le industrie del Mezzogiorno all'unificazione dell'Italia, in Studi in onore di Gino Luzzatto, Milano 1950, vol. III, pp. 241-265. Ivi una dura critica alla politica di brusca livellazione doganale per tutto il Paese, prescindendo dalle differenziate situazioni di fatto delle sue varie regioni. 68 R. S. Eckaus, Il df.vario Nord-Sud nei primi decenni dell'Unità. In La formazione dell'Italia industriale, a cura di A. Caracciolo, Bari 1963, p. 133. 197 BibliotecaGino Bianco
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