L'industria manufatturiera in Campania: 1961-1971 (ed è realistico presumere che si sia trattato delle imprese del centronord), hanno esercitato. Al contrario, tale aumento non si è verificato nelle industrie tessili, dove la diminuzione di occupazione è stata accompagnata da un aumento delle dimensioni medie maggiori che nell'Italia in complesso; ciò potrebbe significare che in questo settore la perdita di occupazione è stata provocata da un fenomeno di ristrutturazione peraltro ancora in atto. I settori moderni hanno, invece, accompagnato l'aumento di occupazione con una diminuzione della dimensione media degli impianti meno marcata che in Italia facendo registrare uno squilibrio che vede ancora nel 1971 le dimensioni medie nell'industria meccanica campana (33,7 escludendo le officine meccaniche), nell'industria metallurgica (103,9) e in quella delle costruzioni di mezzi di trasporto (296,1) molto più elevate delle corrispondenti dimensioni medie a livello nazionale (24,7; 63,0; 132,1). Il fenomeno può essere spiegato con la circostanza che, nel decennio in esame, il processo di industrializzazione in Campania è stato caratterizzato dalla localizzazione di nuovi impianti, operanti nei settori suddetti, aventi dimensioni medie inferiori a quelle preesistenti ma comunque superiori a quelle dei nuovi impianti sorti nel centro-nord. In conclusione, il tipo di investimento nei settori moderni, da una parte, e la concorrenza a cui sono stati esposti i settori tradizionali dall'altro, certamente, non potevano alleviare il grave problema dell'occupazione in Campania. Industria Meccanica Come già è stato detto, l'aumento dell'occupazione, registrato nell'industria manifatturiera nazionale, nel decennio 1961-71 è attribuibile per oltre il 50% all'incremento degli addetti nell'industria meccanica. Pertanto si può senz'altro affermare che essa è stata il settore più dinamico) analogamente a quanto avvenuto nel Mezzogiorno; infatti, in tale circoscrizione il 70% dei nuovi addetti nell'industria manifatturiera è stato assorbito dal comparto delle imprese meccaniche. In Campania, lo stesso fenomeno ha fatto sì che il settore suddetto che nel 1961 raccoglieva appena il 1<?% degli addetti del ramo manifatturiero in complesso, raggiungesse nel 1971 il 26% del totale, sostituendo in tal modo come importanza relativa, il settore alimentare che nel 1961 era ancora il più importante (20% ). Il fenomeno, tuttavia, assume minore rilevanza qualora si consideri 161 BibliotecaGino Bianco
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