L'area metropolitana e la città di Napoli Pertanto nella relazione del PRG della città di Napoli è fissato un dimensionamento di medio termine al 1981, al fine « di consentire la definizione del quadro urbanistico regionale e nel contempo la· verifica delle congruenze delle scelte già operate» (grande viabilità, centro direzionale, zone 167 di Secondigliano e Ponticelli). Tale Piano, quindi, è stato concepito - a detta dei suoi autori - prima ancora che come « disposizione di uso dei suoli », come « piano di attrezzature a servizio dell'area metropolitana ». Dopo una serie di vivaci polemiche pro e contro il Piano, il Consiglio Superiore dei LL.PP. il 4 dicembre del 1971 lo prende in esame, apportandovi sostanziali modifiche. Tre soprattutto ci sembrano di particolare interesse: « l'estensione della perimetrazione della zona da assoggettare a risanamento urbanistico a tutto l'organismo urbano di Napoli realizzato fino ai primi anni del '900 »; « il trasferimento dei grossi insediamenti industriali presenti nel cuore della città»; e le sostanziali modifiche apportate al sistema dei trasporti sia privati che pubblici. In tal modo vengono scongiurati gli sventramenti nel centro cittadino e vengono poste le premesse per la qualificazione e l'esaltazione delle funzioni storiche e culturali della città a servizio dell'area metropolitana. Se da una parte il rischio di ulteriori speculazioni viene evitato, è presente però il pericolo di imporre alla città condizioni di sostanziale immobilismo. Tale pericolo è del resto dimostrato dalle richieste avanzate di apportare al Piano nuove varianti. In realtà Napoli, anche se l'iter burocratico è stato completato non ha ancora un Piano Regolatore che sappia e possa adeguare la città alle esigenze di sviluppo della regione e dia alla regione una città funzionale, moderna e dinamica. Per quanto :riguarda l'azione dell'Amministrazione provinciale bisogna riconoscere che la Provincia dal 1952 ad oggi ha avuto alcune intuizioni che avrebbero - se realizzate - potuto dare un maggiore e più proficuo impulso allo sviluppo dell'area metropolitana. La situazione deficitaria di questo Ente, ·dovuta non ad eccessivi sperperi, ma a crisi istituzionale, anche perché lo Stato poneva a carico della Provincia oneri notevoli per servizi non di stretta pertinenza dell'Ente (Caserme per i VV.FF., per i Carabinieri, Commissariati di P.S. ecc.), non consentiva che ripiani di bilancio ridotti in maniera spaventosa. Comune e Provincia, in sintesi, non hanno, però, offerto un sostanzioso contributo alla definizione delle funzioni metropolitane di Napoli. L'ostacolo principale è stato l'incapacità della classe dirigente. Napoli non è stata in· grado di governare i Com~ni dell'area metropolitana perché non è in grado di governare ·se stessa. E un'ulteriore 151 Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==