Federico Tortorelli del 1939 che aggravano ulteriormente la situazione. Il nucleo centrale del 1958 è costituito dalla parallela a via Roma e dalla ristrutturazione del centro storico. La sezione di Napoli dell'INU formulò a suo tempo una serie di osservazioni critiche che mettevano in luce il difetto di fondo del piano, « la sua incapacità di affrontare chiaramente il problema chiave della città e cioè il suo decentramento, e la sua volontà di perpetuare la nefasta politica degli sventramenti iniziata con il Risanamento del 1885 e attuando una politica negativa per il centro storico » 22 • Nel 1962 il Consiglio superiore dei LL.PP. boccia il PRG del 1958 che avrebbe consentito l'indiscriminata edificazione dell'intero territorio comunale, ma approva le varianti. L'amministrazione democristiana nomina la nuova commissione di piano presieduta da Luigi Piccinato, autore già del piano del '39. Nel 1964 Piccinato consegna lo schema di piano comprensoriale che suscita numerose critiche dell'ACEN, che presenta al commissario del tempo una proposta di variante al PRG del '39 relativa all'edificazione di Posillipo, dei Carnaidoli e dei Colli Aminei. Nel 1965 la prima giunta comunale di centro sinistra presieduta da Clen1ente sostituisce Piccinato con Jossa. Nell'agosto del 1966 il consiglio comunale approva la convenzione che fissa il termine perentorio di 12 mesi per l'ultimazione del piano regolatore. Nel 1967 l'amministrazione approva invece altre due varianti relative alla « grande viabilità » e al « centro direzionale ». Con le varianti viene precostituito l'assetto definitivo della città. La commissione J ossa alla fine del 1967 elabora la prima stesura: elementi portanti sono il raddoppio del Corso V.E. nel cuore della città antica e il massiccio completamento delle zone urbanizzate. Lo schema di assetto territoriale regionale predisposto dal Provveditorato alle 00.PP. e la pubblicazione dei decreti ministeriali sugli standards urbanistici « mandano a monte questo disegno»; e i responsabili del piano puntano allora sulla «ristrutturazione» dei « quartieri spagnoli» e delle zone popolari della città 23 • Il Piano - conosciuto come Piano Servidjo - viene pubblicato nell'aprile del 1969. La logica di tale Piano si incentra nelle scelte a monte effettuate dal Piano ASI dell'area di Napoli e dall'Ipotesi di assetto territoriale predisposta dal Provveditorato alle 00.PP., scelte, però, che non forniscono un quadro definitivo del territorio regionale. 22 Cfr. Il piano di Napoli, in «Urbanistica» XXVIII, n. 26, marzo 1959. 28 Cfr. a.(ntonio) j.(annello), Una nuova fase nella vicenda urbanistica di Napoli, 1n « Urbanistica informazioni», n. 2 del marzo '72. 150 BibliotecaGino Bianco
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