Nord e Sud - anno XX - n. 164-165 - ago.-set. 1973

Federico Tortorelli volta si determina una nuova convenienza e una nuova richiesta settoriale » 18 • Tutti questi elementi negativi non furono raddrizzati dalle gestioni commissariali, per cui dobbiamo giungere alle amministrazioni d~ centro-sinistra per incominciare a sentire un certo risveglio nella classe, politica e quindi in ]arghi strati della popolazione. L'avvio di una organica politica di programmazione e il superamento di un deteriore municipalismo vennero proposti al Consiglio comunale di Napoli agli inizi del 1963. Il concetto di area metropolitana portò a far considerare che solo legando la vita e l'organizzazione della città alla vita ed alla organizzazione dei Comuni che la circondano si poteva pervenire al rinnovamento ed allo sviluppo di Napoli. Solo in una visione di ampio respiro, con una saggia programmazione economica, si poteva ottenere l'accelerazione della industrializzazione, l'ammodernamento dell'agricoltura, lo sviluppo in senso moderno delle attività terziarie, il rilancio del porto di Napoli a servizio dell'area metropolitana. Contemporaneamente e in stretta. connessione con gli eventi e le situazioni brevemente descritte si è sviluppata lungo l'arco di circa trent'anni l'avventura kafkiana dell'urbanistica napoletana. Nel dopoguerra (dicembre 1945) la prima amministrazione democratica di Napoli approntò un piano regolatore della città che doveva sostituire il P.R.G. del 1939, unitamente ad uno schema di regolamento edilizio. Il piano, adottato nel 1946, prevedeva· la ristrutturazione della città mediante la creazione di tre nuclei satelliti: S. Giovanni-Barra ad est, legato allo sviluppo delle attività industriali; CapodimonteCapodichino a nord, legato alle industrie ausiliarie dell'agricoltura e Bagnoli-Pozzuoli ct.d ovest, legato allo sviluppo delle attività turistiche. I tre nuclei erano collegati con il centro urbano attraverso un articolato sistema viario, ed adeguate zone verdi - in conformità dell'art. 7 della legge urbanistica de] 1942 - evitavano il « prosieguo della perniciosa espansione a macchia d'olio»·. Tuttavia il piano regolatore del 1946 (conosciuto come piano Fermariello) presentava come i precedenti « utopistiche previsioni di sviluppo poco legate alla concreta realtà dell'area depressa; e assai più util~ sarebbe stato, se lo si fosse voluto, dati i prevedibili ritardi della burocrazia e la diversità di opinioni, che il Comune avesse adottato severe norme transitorie, in attesa dell'applicazione, mantenendo inalterato il regolamento edilizio esistente (del 1935) o adottandone uno 18 Cfr. Cocchia C., op. cit., pg. 186. 148 BibliotecaGino Bianco·

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