Nord e Sud - anno XX - n. 164-165 - ago.-set. 1973

L'area n1etropolitana e la città di Napoli con la nuova generazione di tecnici e di politici, che parlava in termini di decentramento amministrativo, di area metropolitana, il « sogno di Nitti »: trasformare Napoli da « città speculativa in città industriale ». E l'impegno fu rivolto a rendere chiaro a tutti che per distruggere la concentrazione di miseria dei vecchi quartieri non basta demolire le casupole della casbah e costruire case popolari, occorre trovare adeguate occasioni di lavoro per rompere l'economia di sussistenza del vicolo. Queste speranze, però, non sempre si sono potute realizzare. La penultima legge speciale per Napoli del 9 aprile 1953, che i promotori avrebbero voluto fosse quella dello sviluppo economico e sociale di Napoli, ha risposto invero assai poco alle effettive e~igenze della città, anche perché l'amministrazione laurina sperperò in interventi episodici i fondi della legge, nonostante essi fossero stati posti sotto il controllo della Cassa per il Mezzogiorno, in seguito all'emendamento Riccio del 1954. Eppure lo schema votato in Consiglio comunale nella seduta del 24 luglio 1950 precisava che la legge avrebbe dovuto « finanziare un piano organico di opere produttive di più diretto rendimento dell'economia napoletana e della sua zona d'influenza e mettere in opera alcuni incentivi per attivare le iniziative pubbliche e private ». Si trattava quindi di una prima impostazione di un organico programma di sviluppo di Napoli vista nella sua dimensione metropolitana. La deteriore politica paternalistica delle amministrazioni laurine con l'assenso tacito delle maggioranze centriste riuscì a snaturare completamente la legge, annullandone anche i possibili effetti propulsivi. La stessa fine ha avuto la legge speciale del 1962, i cui fondi non sono stati utilizzati in un organico piano di programmazione degli interventi. L'affidan1ento sul concorso dello Stato, invero, non è mai stato un fatto nuovo per Napoli. La città ha sempre chiesto aiuti allo Stato, investimenti e finanziamenti e leggi speciali; ma anche avendoli ottenuti non ha mai migliorato le sue condizioni perché la popolazione aumenta più di quanto aumentino le nuove abitazioni e le condizioni economiche migliorano assai lentamente anche per gli elevati indici di affolla-· mento. « Ogni nuova legge speciale comporta facilitazioni per un certo numero di anni e determina un'effimera ripresa di attività, già destinata a spegnersi ~l cessare delle facilitazioni concesse. Ogni nuovo investimento nel settore dell'edilizia comporta la valorizzazione di nuove aree e il conseguente sfruttamento da parte delle iniziative private; ed anche quest'attività si arresta di tanto in tanto per la saturazione del mercato; la manodopera stessa passa da un settore all'altro ogni qual147 BibliotecaGino Bianco

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